giovedì 26 giugno 2008
Caos e accuse in aula: stop alla legge che riduce le Comunità montane
Regione Campania - Quando la casta impone alla casta di ridimensionare la casta il minimo che puoi aspettarti è il rinvio della decisione. Giochi di parole a parte, proprio questo è successo ieri in Consiglio regionale, dove era all'ordine del giorno l'approvazione del nuovo ordinamento delle Comunità montane. Sotto la spada di Damocle dei più drastici tagli d'ufficio previsti dalla finanziaria 2008 in caso di inadempimento della Regione entro il 30 giugno, i consiglieri avrebbero dovuto sancire la riduzione degli enti sovracomunali da 27 a 20 per un risparmio di oltre 3 milioni di euro. Ma il testo del disegno di legge, approntato dal vicegovernatore Antonio Valiante, è arrivato in aula solo nel primo pomeriggio e, per di più, con le correzioni approvate dalla commissione competente: un altro testo, dunque. E così, il vicepresidente del Consiglio Salvatore Ronghi (ex An), ha avuto gioco facile nel chiedere 24 ore di tempo per la presentazione degli emendamenti. La richiesta ha dato vita a un acceso battibecco tra lo stesso Ronghi e il capo dell'opposizione Francesco D'Ercole, che avrebbe voluto che si procedesse. Toni molto accesi, scontro a muso duro tra i due. Alla fine, si è deciso di riconvocare l'assemblea per oggi alle 16 e di procedere ad oltranza. La sortita di Ronghi ha ridato la speranza di riaprire i giochi a molti suoi colleghi, di opposizione e di maggioranza, preoccupati per la soppressione di questa o quella Comunità, per l'esclusione di questo o quel comune o per il rigido regime delle incompatibilità previsto nel testo definitivo del disegno di legge. Dietro di loro, naturalmente, i sindaci dei centri e i presidenti delle Comunità penalizzati dai tagli. Occorre ricordare che il disegno di legge prevede, innanzitutto, l'esclusione dei comuni costieri e di quelli con popolazione superiore ai 20mila abitanti. Il rinvio della decisione ha rimotivato il presidente della commissione Statuto Salvatore Gagliano a perorare la causa dei piccoli comuni salernitani di Giungano, Pertosa e Alfano («quelli meritano davvero di entrare nelle Comunità, hanno un'economia montana, mica come quelli della mia Costiera amalfitana, dove si è sperperato un sacco di soldi »). Il capogruppo della Margherita Mario Sena ha definito invece «un'assurdità» la previsione dell'incompatibilità tra la carica di sindaco e quella di presidente di Comunità, preannunciando un emendamento per rimuoverla. Il presidente della Comunità della Penisola sorrentina, Giuseppe Guida (foto), è rimasto per molte ore nel palazzo del Consiglio alla ricerca di una sponda politica per far rientrare in gioco almeno Vico Equense, che, spiegava, «è sì bagnata dal mare, ma ha uno sviluppo territoriale prevalentemente collinare». Nel concitato dibattito informale, durante la sospensione della seduta, determinata dalla richiesta di Ronghi, si è sentito chiaramente Valiante ammonire i suoi interlocutori. «Porcherie non se ne fanno». Poi, più pacatamente, ha spiegato: «I pannicelli caldi non servono». Una cosa è certa. Oggi, la modifica di un tassello potrebbe far crollare l'intera impalcatura. (Gimmo Cuomo da il Corriere del Mezzogiorno)
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