domenica 8 giugno 2008

«Calci, pugni e invettive non la smettevano più»

«C’è un crescendo di violenza e intolleranza contro il diverso. Vuoi che sei rom, vuoi che sei gay, contro di te si scatena una rabbia mai vista prima». D.N., 24 anni, attore impegnato in teatro anche come responsabile casting, non ha dubbi. Napoli sta cambiando, tira una brutta aria.
A cominciare dalla provincia e dalla periferia. E insiste sulla mancanza di politiche sociali, su scelte che spingono all’odio nei confronti del diverso. È la prima volta che le capitava un episodio simile? «Per fortuna non avevo mai subìto un pestaggio del genere. Quando cresci nella coscienza di essere diverso impari a convivere con lo scherno e l’indifferenza, anche con forme di discriminazione, ma quello che è successo in treno è stato qualcosa di assurdo e spietato. Ho ancora la testa che mi ronza, un occhio bendato, ho perso sangue e sono impaurito». Come sono andati i fatti? «È accaduto tutto in pochi attimi. Ero con alcuni amici, forse vestiti in modo eccentrico, tanto che subito ci hanno additato come gay». Voi che avete fatto? «Niente. Sappiamo comportarci in questi casi e abbiamo lasciato il vagone. Solo che uno di loro mi ha seguito e ha cercato di cinturarmi, io ho reagito e sono volati schiaffi e pugni. Un crescendo. Lo ripeto, non si fermavano mai, continuavano a sferrare calci al volto, anche se neppure riuscivamo più a difenderci. È stato terribile». Avete denunciato quanto avvenuto? «Non mi sono tirato indietro. D’altronde è intervenuta la polizia, che è stata contattata dalla stessa Circum. Ci hanno portato in ospedale e dopo le visite - ne avrò per quindici giorni - ho preteso di sottoscrivere un lungo verbale di denuncia». Cosa prova dopo aver subìto una simile aggressione? «Mi ha fatto male registrare l’indifferenza delle persone che erano con noi sul treno. Quelli erano in dieci e ci picchiavano, però nessun altro viaggiatore è intervenuto. La carrozza era gremita, quando ho ripreso coscienza ho visto che non c’era più nessuno. Come si fa a rimanere inermi di fronte a tanta violenza». Cosa si aspetta ora? «Che la polizia arresti quei dieci mostri. Se esiste un videocontrollo non sarà impossibile: hanno i loro volti, li devono arrestare». (Leandro Del Gaudio da il Mattino)

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