lunedì 26 gennaio 2009
Si cerca ...
Dopo le polemiche, le accuse di brogli e di iscrizioni gonfiate ad arte, riparte il tesseramento. Una fase entrata in stallo negli ultimi sei mesi a causa delle divisioni interne del partito, ma di nuovo riavviata da Morando. E questa volta, secondo il Mattino, senza polemiche. Dal Corriere del Mezzogiorno.it, si apprende che il commissario del Pd troverà «un grande nome di straordinaria popolarità» per la candidatura alle provinciali di primavera. «Dovrà essere - ha spiegato Morando - il governatore della città metropolitana, un disegno che va ben oltre i confini della provincia di Napoli ed abbraccia una parte di quella casertana. Per questo devo trovare non solo un nome e, stiamo lavorando insieme per trovarlo in tempi rapidi, ma un nome di straordinaria popolarità. Il mio ruolo qui come commissario è anzitutto quello di trovare obiettivi per la definizione di una città metropolitana». Quanto alle alleanze Morando ha detto di non plaudire, a «nessuna scissione nella sinistra». «Per me è importante discutere con tutti, da Rifondazione comunista all’Udc per vedere insieme se è possibile costruire alleanze su obiettivi comuni». «Pronti ad andare da soli alle urne se passerà la legge elettorale europea con lo sbarramento al 4 per cento». È un ultimatum in piena regola quello lanciato al Pd dai partiti minori del centrosinistra. Ad alzare la voce sono i capigruppo regionali di Udeur, Verdi, Sinistra democratica e Socialisti europei, rispettivamente Ferdinando Errico, Stefano Buono, Tonino Scala e Gennaro Oliviero: «No al doppiogiochismo del Pd - tuonano - che mentre lancia appelli in sede locale per il rilancio dell’alleanza di centrosinistra a Roma briga con il Pdl per varare una nuova legge elettorale europea liberticida che ha il solo scopo di eliminare i partiti minori». Da qui l’aut aut alla compagine di Veltroni: «È chiaro che se il Pd darà il suo sostegno alla riforma elettorale per il Parlamento di Strasburgo - avvertono - non potrà chiedere a quelle stesse forze politiche che tenterebbe di eliminare dalla scena istituzionale nazionale un’alleanza a livello regionale e locale. Non si può infatti pretendere da quei partiti che sono determinanti per la vittoria del centrosinistra in tutta la Campania di fare la parte dell’utile idiota».
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