Mister Ferraro: «Ora reagiamo»
Sant’Antonio Abate - Il Vico Equense ci ha messo tanto cuore,ma non è bastato per uscire imbattuto dalla gara contro la capolista Gela, che ha fatto del possesso palla il suo punto di forza. Ma gli equani, seppur sconfitti, come spesso sta accadendo in questa prima parte di campionato non hanno assolutamente demeritato. Lo ammetto lo stesso tecnico dei siciliani Provenza fa i complimenti gli azzurro-oro: «Ci ha messo in difficoltà, si vede che è una squadra basata su un progetto serio che ha cambiato poco rispetto agli anni scorsi, essere stati la prima squadra a vincere in casa della compagine costiera ci rende merito, ma la gara odierna per il mio Gela è stata solo sufficiente». Ferraro è una maschera di cera in sala stampa, le impressioni odierne non sono state troppo positive. «Abbiamo giocato contro una forte squadra - dichiara - Sapevamo che i siciliani avevano valori superiori ai nostri, ma ora finalmente il ciclo di ferro dovrebbe essere terminato. Adesso pensiamo alla prossima gara che ci vede affrontare una compagine alla nostra portata, in modo da poter valutare se tutti siamo idonei a questa categoria». La perdita dell’imbattibilità interna non cambia le cose per il tecnico costiero, per Ferraro giocare a S.Antonio Abate è sempre un handicap. «Il tabù doveva cadere prima o poi, ma il problema è che giochiamo su un campo che abbiamo a disposizione ogni quindici giorni, per me il Vico gioca sempre fuori casa...». Il rammarico del tecnico consta tutto nel mancato riconoscimento dei sacrifici che tutti dalla società ai giocatori fanno da parte della Amministrazione comunale. «Il progetto mio è della società era raggiungere i professionisti, ci siamo riusciti, vorremmo che il Sindaco si rendesse conto che la C2 è un grande traguardo per Vico e per il Vico. Noi vorremmo tornare a giocare nel nostro che è il “Massaquano” quanto prima, perchè quell’impianto è la nostra casa e non averlo a disposizione ci mette in una serissima situazione di difficoltà. In caso contrario si rischia anche di retrocedere». (Josast il Roma)
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