Vico Equense - La loro casa, abusiva, è stata buttata giù dalle
ruspe. Un’abitazione, quella situata in località Moiano, in cui
la famiglia D’Urso viveva da tempo. C’erano anche due persone
disabili, costrette a dover lasciare l’alloggio per l’avanzata
delle ruspe. Un caso che ha fatto molto discutere.
Riceviamo e pubblichiamo integralmente la lettera della
famiglia D’Urso.
Fonte: Metropolis
Con il presente comunicato la
famiglia D’Urso, consapevole
che (sebbene per la prima volta)
è stato solo eseguito un ordine
dall’autorità giudiziaria, intende
esprimere, senza alcun ulteriore
rancore o polemica, solo la propria
amarezza per le modalità in
cui ciò è avvenuto.
Siamo perfettamente consapevoli
di aver violato la legge
ma - sia chiaro - non abbiamo
voluto portare alcuna sfi da alla
giustizia.
Il nostro è stato e rimane un
abuso di necessità: invitiamo
tutti a venire a verificare di
persona le condizioni dell’alloggio
dove, prima e dopo la
realizzazione dell’abuso, abitiamo
insieme a nostra figlia
Annamaria: allora diciamo solo
questo. Annamaria ha ripreso
le somministrazioni quotidiane
di ossigeno.
Non c’è di che: abbiamo violato
la legge. Ma non siamo degli
abusivisti; non abbiamo fatto
alcuna speculazione edilizia
(come tanti); non abbiamo realizzato
alcun capannone o
deposito come ce ne sono tanti,
rimasti impuniti. Chiediamo scusa
se abbiamo urtato qualcuno
ma a noi continua a sembrare
una ingiustizia che la nostra
casa stia andando a terra ed
altri ben più consistenti abusi
siano rimasti in piedi.
Vi è stato un dispiegamento di
forze dell’ordine davvero sproporzionato
rispetto all’evento.
Sembravamo dei malviventi,
che non siamo.
Registriamo un po’ di amarezza:
ancor più profonda per come
siamo stati trattati dalle autorità
locali. Siamo venuti a sapere
solo la sera prima che il giorno
dopo dovevamo evacuare la
nostra casetta abusiva. C’erano
due persone invalide: perché
nessuno ci ha preavvertito?
Avremmo voluto effettuare un
trasloco meno traumatico e
meno pericoloso per nostra fi -
glia, ma ciò non è stato possibile:
solo dopo l’evacuazione e a
demolizione iniziata sono venuti
a casa nostra l’assessore alle
politiche sociali e le assistenti
del Comune di Vico Equense.
Perché? Perché abbiamo meritato
di essere trattati come la
“vergogna di Vico Equense”?
Intendiamo chiudere ogni polemica
e chiediamo espressamente
di evitare strumentalizzazioni.
Ai giornalisti chiediamo di far
calare il silenzio su questa nostra
tragedia.
La tragedia per noi, però, rimane
questa: «In più di trent’anni,
nonostante ripetuti solleciti e
lamentele, non siamo riusciti
a far abbattere le barriere architettoniche
che ostacolano la
libertà di movimento di Annamaria
verso la strada pubblica
Raffaele Bosco. In cinque/sei
anni invece la giustizia (?) è
riuscita a far abbattere un solo
(!) immobile abusivo a Moiano
(il nostro!) e nessuna autorità
locale, nonostante le nostre
indicibili sofferenze fisiche e
psichiche fossero a tutti conosciute,
ha ritenuto di venire
quantomeno a darci una parola
di conforto.
Grazie a chi ci ha spontaneamente
e volontariamente
aiutato.
Silenzio su chi ha dimenticato di
essere prima di tutto un Uomo e
non solo parte di un Sistema”.
Maria De Rosa
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