Il monte dimenticato di Castellammare: niente manutenzione dal '92. Ostruite canaline e pozzetti di deflusso: centro a rischio in caso di crac
Fonte: Tiziano Valle da Metropolis
Castellammare di Stabia - Come un'anima spettrale, in mantello nero e ascia tra le mani, che aleggia su migliaia di famiglie. Un incubo che agita le notti di chi vive nel centro antico, di chi vive a Pozzano. Ogni volta che dal cielo comincia a cadere qualche goccia di pioggia su Castellammare di Stabia spunta il terrore; "E se frana qualcosa? Se il gigante non tiene?". E' il monte Faito, la vetta dimenticata nell'eterna guerra delle competenze tra Regione Campania e Comuni. Una "vedetta" minacciosa, che torna a incutere timore per numerosi piccoli smottamenti, dopo le piogge degli ultimi giorni, che sembrano il preludio a qualcosa di molto più grosso, di più tragico. C'è poco da girarci intorno: il pericolo di una Frana esiste, si respira quasi nell'umidità d'autunno che bagna le rocce e gli alberi anche in una bella giornata di sole. Non c'è tornante che non veda alberi sradicati, massi disseminati lungo la strada impraticabile e terriccio misto a detriti che, scivolato giù dalia cima, ha pian piano formato cunette ad ogni curva. E' il risultato di anni d'abbandono. E' il sintomo che anche la storia, i morti, le frane killer non hanno insegnato nulla. Basta fare un salto indietro di appena un anno per ricordare il cedimento di via Tuoro, stradina alle pendici del Faito. Il crollo costrinse sette famiglie a rimanere ostaggio delle proprie case per diversi mesi, perché impossibilitate a raggiungere il cuore di Castellammare con qualsiasi mezzo. Sono passati poco meno di vent'anni, invece, dall'ultima tragedia. Era il 10 gennaio 1997, una frana spazzò via una casa a Pozzano, provocando quattro morti e cinque feriti. Da allora è cambiato poco, nulla. Anzi, forse la situazione e addirittura peggiorata a causa di una manutenzione praticamente inesistente, Sul monte Faito, furono realizzati 48 pozzetti che dovevano servire per far scivolare l'acqua piovana e incanalarla, attraverso le vasche borboniche di Quisisana, nei due rivi che arrivano a mare: San Pietro e Cannetiello. La manutenzione, pero, non viene fatta dal 1992 e i sottopassi sono tutti ostruiti. Praticamente non funziona più nulla.
La situazione s'è aggravata ulteriormente con la scomparsa delle canaline. Ai bordi della strada c'era una piccola pendenza inclinata verso l'interno della montagna che permetteva all'acqua di scivolare giù, fino ad arrivare a valle. I detriti che nei corso degli anni si sono accumulati hanno eliminato quella pendenza e la strada s'è ormai livellata, non concedendo più una via di sfogo alla pioggia. La manutenzione, in passato, era gestita direttamente dalla società Fintecna Immobiliare del gruppo Iri, proprietaria dell'area montana per oltre 30 anni e il responsabile era Peppe Amato, ex consigliere comunale di Castellammare di Stabia e addetto anche alla "sbarra", ovvero alla riscossione del pedaggio necessario per accedere alla montagna dal versante stabiese, che si pagava fino al 1997. Nel 2007, poi, il Faito fu acquistato per appena 5 milioni di euro dalla Regione Campania, allora guidata da Antonio Bassolino oggi aspirante al ritorno a sindaco di Napoli. Da allora, l'unico intervento per la messa in sicurezza ha riguardato l'installazione di alcune reti di trattenimento in acciaio di una parte del costone interno, per una spesa di circa 400mila euro. Nel 2010, a seguito di numerosi sopralluoghi e di relazioni di geologi, la Regione mise il monte Faito al primo posto del programma di mitigazione del rischio idrogeologico definendolo «uno dei problemi più seri e preoccupanti». Furono stanziati 10 milioni di euro che dovevano servire alla «manutenzione idraulica ordinaria e straordinaria, la riduzione della erosione di costoni e declivi montuosi, l'individuazione di opere di difesa del suolo, di regimazione delle acque meteoriche, terrazzamenti e consolidamenti di costoni». A distanza di cinque anni, però, il Comune di Castellammare di Stabia. passato per due amministrazioni (una di centrodestra con l'ex magistrato Luigi Bohbio sindaco, l'altra di centrosinistra con il democrat Nicola Cuomo, appena sfiduciato), ha rispedito alla Regione il finanziamento, appena pochi mesi fa, perché "non in grado” di preparare i bandi e appaltare le opere. I primi risultati devastanti dell'incuria sono già ben visibili. L'acqua che scorre senza freni dalla cima della montagna verso il centro di Castellammare ha provocato lo sradicamento dì decine di alberi e, in diversi punti, la strada ha ceduto. Sono ben visibili i vuoti lasciati dalle profondi radici dei castagni, che sono stati trascinati via dalla pioggia. «Se vengono giù le strade, sarà una tragedia» dicono alcune persone che conoscono bene i segreti dì ogni singolo tornante della montagna. «Il centro antico di Castellammare di Stabia, dove ci sono migliaia di famiglie, oggi. è particolarmente a rischio perché gli smottamenti si sono concentrali lutti su quel versante. Non c'è quasi più nulla che possa arginare una frana, lo dimostra anche il fatto che durante la pioggia delle ultime settimane sono arrivate le castagne fin quasi alle spalle del municipio". L'acqua piovana, dunque, ha trascinato i ricci caduti dal castagneti, che sono quasi alla vetta del Faito, per chilometri arrivando fino al centro della città. Un paradosso: uno dei frutti più buoni che si trasforma, nell'immaginario, in un macabro avvertimento.
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