Giustizia-lumaca: iter di 11 anni
Fonte: Salvatore Dare da Metropolis
Piano di Sorrento - Nel suo condominio c'è una vecchia scala in muratura che le impediva di tornare agevolmente a casa perché disabile. Fu così che decise di farsi inizialmente carico dei lavori di adeguamento. Un progetto contro le barriere architettoniche costato la bellezza di 5 mila euro per installare il classico servoscala con pedana. Poi avanzò la richiesta per ottenere il rimborso - previsto dalla legge - alla Regione Campania attraverso il Comune. L'iter si tramutò subito in odissea tant'è che solamente ieri, a ben 11 anni da quella domanda, l'assegno è stato finalmente staccato. Ma con un particolare: lei è deceduta, da ben due anni. E quei soldi non li potrà incassare. E' la storia del giorno che rimbalza a Piano di Sorrento, quella di un'anziana scomparsa due anni fa aspettando il momento giusto per incassare una parte dei soldi spesi per un suo diritto: quello di andare a casa senza problemi, senza difficoltà. Difesa dall'avvocato Michele Aiello, la donna ha vissuto un autentico calvario e solo ora, dopo la sua morte, si è vista riconoscere un proprio diritto. Si tratta di una vicenda tutta italiana, che conferma per l'ennesima volta quanto la burocrazia nel nostro Paese rappresenti un ostacolo talvolta insormontabile anche se si è dinanzi a una necessità, cruciale, per poter vivere. Tutto parte nel 2005 quando la signora presenta ufficialmente richiesta al Comune di Piano di Sorrento per ricevere il rimborso dei costi sostenuti per l'eliminazione delle barriere architettoniche. Una possibilità prevista già dalla normativa e che consente un riconoscimento dei costi fronteggiati nel corso degli interventi effettuati anche per rendere l'accesso a un appartamento a misura di tutti. Il benefit economico viene erogato dalla Regione Campania.
L'intoppo sorge pochi mesi dopo l'istanza perché, a detta dell'avvocato Aiello, «l'ente comunale riceve i fondi ma gestisce male la situazione». Ovvero liquidando più soldi del previsto agli aventi diritto. Nella ricostruzione del legale, infatti, il Comune di Piano di Sorrento "evade" alcune domande ed eroga una parte delle somme. Capita però che di colpo termina la disponibilità economica per concludere le restanti istanze. «Praticamente, a fronte della necessità di attivarsi per recuperare le somme erroneamente elargite, viene bloccato ogni pagamento» sottolinea l'avvocato della donna. A quel punto scattano incontri in municipio, vengono chieste delucidazioni agli impiegati del Comune di Piano di Sorrento. Un vero e proprio rebus difficile da risolvere fino a quando non arrivano conferme del sospetto: «C'è l'ammissione - dice il legale - del grave errore commesso nella liquidazione dei soldi». Dalle barriere architettoniche a quelle burocratiche che sembrano talvolta insuperabili. Soprattutto quando un paio di anni fa la donna muore e l'accreditamento del rimborso non appare mai sul conto corrente. Almeno fino a ieri con il bonifico del Comune e la conclusione della telenovela. I soldi adesso rappresentano quasi uno smacco per la famiglia della donna che comunque ha potuto contare sul supporto di un avvocato che ha cercato di portare a compimento la sua mission. Peccato che però quel rimborso servirà a poco.
Nessun commento:
Posta un commento