Emanuele Fiano |
Fonte: Fulvio Scarlata da Il Mattino
«Sono 300 le preiscrizioni che abbiamo bloccato e riguardano i circoli di Miano, San Carlo, Bagnoli, Quarto e Castellammare». Emanuele Fiano, inviato in tutta fretta da Roma per arginare l'ennesimo scandalo del Pd partenopeo, con l'assalto alla diligenza nell'ultimo giorno del tesseramento, chiude il caso con uno slogan: «Gli anticorpi hanno funzionato. I casi anomali sono 1'1,5% del totale, il tesseramento è in linea con quello dello scorso anno, quindi non c'è nulla di patologico a Napoli». La questione, tuttavia, chiusa non è. Dai 5Stelle e Forza Italia continuano le bordate sui dem come dai Democratici e progressisti. E anomalie emergono anche in altri circoli. In tutta fretta, ieri mattina, dopo che è stato pubblicato il video che racconta del tesseramento «già pagato» a Miano, quartiere a nord di Napoli già noto per i cinesi al voto nelle primarie 2011, erano intervenuti Matteo Orfini e Lorenzo Guerini spedendo un esponente esperto come Emanuele Fiano «per un esame attento circa le irregolarità nel tesseramento. Ci sarà rigore e chiarezza, chi ha sbagliato pagherà». Chi si aspettava il «lanciafiamme» renziano annunciato dopo il ko alle elezioni di giugno a Napoli, è rimasto ancora una volta deluso. Sono bastate poche ore, all'inviato romano, per ricostruire l'accaduto. «Sono cinque i casi - dice Fiano -. In tutti il Pd è intervenuto subito.
A Bagnoli e Quarto è stato rilevato un numero esagerato di iscritti che sono stati bloccati. A Castellammare su 250 iscrizioni online cento sono state effettuate con un unico mezzo di pagamento e quindi anche lì le iscrizioni sono state bloccate. Queste persone non sono quindi iscritte al Pd». Sul caso di Miano (dove il circolo è stato ieri commissariato con Graziella Pagano), in cui Michel Di Prisco avrebbe dato i 10 euro necessari per iscriversi ad alcune persone. Fiano spiega: «Gli episodi sono stati segnalati da un consigliere municipale e sono state bloccate le iscrizioni di quella giornata. Sottolineo che Di Prisco non è iscritto al partito». Per il quartiere San Carlo all'Arena, Fiano, infine, spiega che «il tesseramento si svolgeva nella sede del Pd e il 24 sera l'ufficio adesioni del circolo ha segnalato che c'erano preiscrizioni non regolari, con nomi di persone non residenti nel quartiere e alcuni stranieri, sei cingalesi, che non sapevano che venivano a fare. Quelle tessere, in tutto 34, sono state bloccate». Sulla notizia che camorristi del clan Contini si sarebbero iscritti a San Carlo all'Arena, la linea è netta: «Le preiscrizioni sono state bloccate, i nomi sono a disposizione della Procura». Fiano ha perfino parole di elogio per il Pd partenopeo sottolineando che il segretario Venanzio Carpentieri, il responsabile dell'organizzazione Gianfranco Würzburger e i segretari dei circoli sono intervenuti «drasticamente». «Abbiamo analizzato tutto ha chiarito Fiano -. Alla fine gli iscritti sono 23mila e 500, solo 1500 in più dell'anno scorso e 3500 in meno del tesseramento del 2013. Ci sono state critiche perché abbiamo deciso di bloccare il tesseramento nazionale al 28 febbraio e non a ridosso del congresso. Quanto avvenuto a Napoli dimostra che è stata una scelta saggia». A Castellammare non è stato individuato chi ha pagato con un unico Paypal 100 tessere. Le 34 preiscrizioni di San Carlo cancellate, come le 100 di Miano. A Bagnoli il 24 febbraio si sono raggiunte le 430 iscrizioni, il doppio del 2015 (il tesseramento che si è concluso, infatti, è quello del 2016). La commissione locale per il tesseramento ha fermato le iscrizioni, ma due componenti hanno continuato a fare tessere, 79, che sono state cancellate. Altri casi anomali si registrano altrove. A Fuorigrotta gli iscritti sono stati fermati a 730 dopo che in troppi si erano presentati al circolo dove l'ex consigliere comunale Carmine Sangiovanni è risultato fin troppo attivo. Un grande «entusiasmo» per i dem si è registrato a Poggioreale e nelle iscrizioni on line al Pendino. A Pompei ci sono stati 300 iscritti in un giorno, in un Comune dove il Pd non ha neanche la sede. Ad Arzano nei gazebo si sono raccolte, sempre in un solo giorno, 189 adesioni, a Casandrino (anche lì il Pd non ha sede) ecco 130 adesioni in 24 ore, come a Monte di Procida, un centinaio di iscritti, tutti nuovi. Insomma il partito alla vigilia del congresso nazionale sembra rivelare un grande, inaspettato appeal. Le reazioni a quanto avviene a Napoli, tuttavia, non sono tranquille: «La rottamazione delle classi dirigenti evidentemente non si è realizzata - sottolinea Andrea Orlando -. Sono sempre gli stessi che gestiscono il partito. Il punto è che piuttosto che rottamare, bisognerebbe far crescere una classe dirigente. Io non volevo questo congresso e i primi passi del tesseramento confermano le mie considerazioni: ci sono rialzi improvvisi delle tessere come si direbbe in borsa. Non era questo che serviva al Pd». «Se ci sono comportamenti non conformi - assicura Matteo Orfini, presidente Pd - il nostro Statuto prevede che la Commissione di Garanzia ha il potere di prendere qualsiasi potere di intervento, anche l'espulsione». «Tessere false, potenti capi-corrente che, con la stessa carta di credito, pagano centinaia di iscrizioni. Una vergogna» dice l'europarlamentare Massimo Paolucci, ora con Democratici e progressisti. «Non riuscendo a far aumentare il Pil con efficaci politiche economiche alcuni nel Pd hanno evidentemente deciso di incoraggiare la ripresa attraverso la compravendita delle tessere del partito» aggiunge Elvira Savino, deputata di Forza Italia. «Si è passati dalle iscrizioni gonfiate all'arruolamento dei camorristi affiliati al clan Contini - affonda Alessandro Di Battìsta, M5s - pensano di salvare la faccia con un finto commissariamento ma il Paese l'hanno ormai distrutto». «La situazione del Pd a Napoli è di grave emergenza politica e morale» la posizione di Antonio Bassolino.
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