Renato Natale |
Fonte: Adolfo Pappalardo da Il Mattino
«Ma se demolisco, costi a parte, dove metto i materiali di risulta? E 6 mila sfollatì?». Renato Natale è il sindaco di Casal di Principe e deve fare i conti con 2mfla case abusive di cui solo 180 hanno visto concluso l'iter giudiziario per demolirle. Si è fatto i suoi calcoli che ha messo nero su bianco: «A parte i secoli per abbatterle, occorrerebbero 210 milioni di euro, i materiali di risulta occuperebbero tre Colossei e per dare sistemazione agli sfollati dovrei allestire un campo profughi grande quanto quello di Calais in Francia», ragiona questo medico coraggioso, ex Pci di cui non ha rinnegato mai le idee, che la camorra voleva uccidere. Come a dire: è un paladino della legalità e non certo il contrario. Sindaco, allora non demoliamo? «Dobbiamo ragionare uscendo dalle ipocrisie. Da quando sono stato eletto nel 2014 non siamo riusciti a demolirne uno di abuso. In questi giorni in consiglio comunale discuteremo di come accendere un mutuo con la Cassa depositi e prestiti per demolire uno scheletro pericolante. Ci costerà 100mila euro. Senza contare come negli anni scorsi con i fondi della Regione di case ne demolirono tre e ora palazzo Santa Lucia rivuole i soldi indietro. E dovremmo accendere un altro mutuo. Sa cosa significa?
Cosa? «Che è una lotta impari. E i soldi perle demolizioni vengono levati tagliando servizi ai miei concittadini. Non lo trovo giusto». Diranno che sono case costruite da Gomorra, bisogna demolirle tutte. «Quelle dei clan sono una cinquantina di immobili, tra ville e capannoni, e sono state confiscate: ne abbiamo fatto sede per attività e scuole e la legge prevede come siano sanate dal Comune. Perché non farlo anche con gli altri immobili». Come? «Adesso è scattato l'allarme dopo la vicenda di Ischia e sono d'accordo. Ma se ho 2000 case da demolire chissà quando, di cui non ho certezza del rischio sismico e non so cosa succede se accade un sisma, io faccio un ragionamento di buonsenso: fermo restando i vincoli architettonici, idrogeologici..». E a Casal di Principe non ve ne sono di vincoli rigorosi. «Appunto. Quindi io sono dell'idea di fare dei piani di rigenerazione urbana e mettere nelle condizioni i proprietari di questi abusi di mettersi in regola se adeguano, a proprie spese, i loro edifici dal punto di vista sismico e del risparmio energetico. Poi perché non potrei dargli la sanatoria? Così potrei costruire opere di urbanizzazione in quelle zone in cui ora non posso far nulla, incasseremo i soldi degli oneri urbanistici e anche le tasse sugli immobili che ora non sono dovute perché l'edificio è abusivo e non risulta se non sulle carte giudiziarie». Immagina cosa le direbbero: e questo sarebbe il paladino della legalità nella terra di Gomorra. «Sono impegnato da una vita contro le illegalità ma occorre uscire fuori dalle ipocrisie e, alla mia età, non si può pensare di fare il paladino delle cause impossibili. Io, come sindaco, devo dimostrare ai miei concittadini che lo Stato trova anche altre soluzioni. Sino al 2004 non esisteva un Prg e qui si costruiva ovunque, con il placet della camorra, che aveva interesse solo a vendere il suo calcestruzzo. E poi...». Dica? «L'altro giorno i miei uffici hanno firmato una demolizione ma non possiamo pensare di abbattere un terzo del paese. Per farci cosa poi? Mica possiamo tornare a impiantarci i pomodori o gli aranci? Occorre essere concreti». Per ora c'è il Ddl Falanga in discussione. «Prevede un criterio di priorità. Va bene perché almeno si inizia ma non risolve tutti i problemi osi demolisce tutto». Ha proposto questo piano? «A Delrio, al sottosegretario Bubbico e in Regione. Capiscono il mio problema ma si rendono conto di come un provvedimento simile potrebbe creare imbarazzo». Si immagini: tra ambientalisti e chi vive al Nord. «Capisco tutti gli imbarazzi, compresi quelli del Pd, ma devono anche capire le particolarità di territori come il mio».
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