Meta - Dovrebbero essere dieci le liste a sfidarsi per le elezioni della Città metropolitana di Napoli previste il 13 marzo: 24 posti nell'assemblea dell'ex Provincia. Elezioni di secondo livello, votano 1.543 tra consiglieri comunali e sindaci con un peso elettorale che cambia a seconda del numero di abitanti del Comune di provenienza: se il voto di un consigliere di Napoli vale 804, quello di Castellammare di Stabia 66, fino a quello di un piccolo Comune come Liveri che pesa 6. Per il centrosinistra si ricandida Giuseppe Tito, che cinque anni fa riuscì a compiere l'impresa politica di entrare a far parte del consiglio metropolitano grazie al decisivo supporto di tutti i componenti delle amministrazioni comunali della penisola sorrentina. “Mi candido per dare continuità alla mia rappresentanza del territorio – ha detto Tito – ricordo che la mia candidatura nacque in penisola per assicurare rappresentanza alle nostre comunità per troppo tempo lasciate fuori dai circuiti istituzionali e di governo sovracomunali.” Il suo mandato l'ha visto spesso anche entrare "in conflitto" con il suo Partito democratico, specie quando l'ex sindaco metropolitano Luigi de Magistris gli affidò alcune deleghe e i democrat a livello regionale e provinciale invitarono tutti i componenti del consesso tesserati Pd a non accettare. Tito pubblicamente prese le distanze dal diktat del partito e ha continuato a lavorare per il territorio. Si è anche occupato della delega legata al piano strategico e si è impegnato sulla penisola sorrentina su coste, ambiente e spiagge. “Credo di aver lavorato bene – continua Tito – e di aver risposto alle esigenze del mio territorio. Sono stati intercettati fondi e risorse importanti per restituire servizi alla penisola”. Nel 2016 Tito risultò eletto a seguito della candidatura nella lista del PD. Ora Tito ci riprova e tenta di calare il bis con il mandato in Città metropolitana.
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