di Harry di Prisco
Il Museo Civico Gaetano Filangieri fu fondato nel 1882 da Gaetano Filangieri
Principe di Satriano, conoscitore erudito, collezionista e lungimirante organizzatore
culturale, figlio del generale Carlo e nipote dell’omonimo filosofo autore de “La
Scienza della Legislazione”. Filangieri acquistò opere d’arte in viaggiò per
l’Europa, tornato a Napoli dopo molti anni nel 1878, d’intesa con il Consiglio
comunale, fondò il Museo Civico, definito “una festa dell’arte antica”, per
raccogliere le sue collezioni poi donate al Comune. Fu scelto il rudere, poi restaurato,
di Palazzo Como, che fu spostato di venti metri per allinearlo alla via in occasione
dei lavori di allargamento della via Duomo e del Risanamento. I napoletani, con
quella verve che li contraddistingue, lo chiamarono subito il “Palazzo che cammina”.
Fanno parte delle opere esposte sculture: armi, abiti, dipinti, mobili, tessuti e
ceramiche che raccontano culture lontane come quelle orientali. Filangieri dedicò alla
memoria del padre Carlo la prima sala del Museo in cui è collocato il busto del
genitore realizzato dallo scultore Tito Angelini. Venerdì 25, alle ore 16.30, nell’Aula
Pessina della sede centrale dell’Università di Napoli Federico II al coso Umberto I
verrà presentato il Catalogo scientifico delle collezioni del Museo Civico Gaetano
Filangieri di Napoli, a cura di Isabella Valente del Dipartimento di Studi Umanistici
dell’Università degli Studi di Napoli Federico II e edito da Editori Paparo
(www.editoripaparo.com).
Il nuovo catalogo scientifico delle collezioni del Museo Filangieri - in tre prestigiosi
volumi monografici - si propone di documentare, per la prima volta e in modo
rigoroso, il ricco e variegato patrimonio d’arte dell’antico museo napoletano
composto da circa tremila oggetti sulla scorta dei più recenti studi intrapresi negli
ultimi anni da ricercatori ed esperti dei più vari ambiti del settore storico-artistico. La
curatrice del Catalogo, per la cui realizzazione sono occorsi tre anni di intenso lavoro, Isabella Valente, così presenta il Museo: « Quella del Museo Civico Gaetano
Filangieri è una storia lunga, piena di fascino, ma anche costellata di disavventure di
varia natura. Dalla sua inaugurazione, avvenuta l'8 novembre 1888, il museo ha
vissuto nel tempo periodi più o meno lunghi di chiusura e interdizione. Dapprima, la
grande cesura dovuta al secondo conflitto mondiale, che, oltre ai danni alla
struttura, comportò la perdita di un gran numero di opere e manufatti, distrutti
nell'incendio appiccato volontariamente dai tedeschi nel 1943 al luogo di ricovero
delle opere; poi, alterne vicende amministrative e gestionali, fino alla chiusura
definitiva nel 1999 ». I successivi lavori di ristrutturazione e finalmente la riapertura
nel 2012, quando furono completati gli impianti della Sala Carlo, e nel 2015, con la
restituzione della Sala Agata riallestita con i dipinti restaurati, si devono a Gianpaolo
Leonetti , nuovo direttore dal 2005, il quale s'impegnò anche nella ripresa
amministrativa e finanziaria del Museo, il quale, ricorda la Valente : « Ci ha lasciati
troppo presto, senza riuscire a vedere i concreti risultati raggiunti ». Insieme alla
Prof. Valente Venerdì prossimo discuteranno dell’opera, con Ermanno Corsi
moderatore: Sylvain Bellenger , Enrico Colle , Arturo De Vivo , Paolo Jorio , Carlo
Sisi ed il Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di
Napoli Luigi La Rocca che ha curato anche la prefazione. Luigi La Rocca scrive
nella introduzione: « La pubblicazione di un nuovo catalogo scientifico, curato da
Isabella Valente con il contributo di studiosi di straordinario valore e indiscusso
prestigio, costituisce uno strumento prezioso e aggiornato per chi voglia
approfondire la conoscenza delle variegate collezioni di dipinti, sculture, armi,
ceramiche, mobili e tessuti del Museo Filangieri, nonché un ulteriore, importante
tassello nel percorso di crescita di uno dei più antichi e amati luoghi della cultura
della città di Napoli ». Continua La Rocca: « Nelle premesse del Filangieri emerge
chiaramente quanto, nell'attribuire al museo una funzione educativa e sociale, egli
intendesse allinearsi ai principi, ancora attualissimi, che informavano la politica
culturale del neonato Stato unitario, che individuava nel patrimonio culturale uno
strumento per la costruzione della identità nazionale ». Conclude il Soprintendente:
« Dopo circa sessantanni, il nuovo, corposo catalogo, del quale gli Editori Paparo
hanno curato con la consolidata professionalità la veste editoriale, frutto di un
attento percorso di studi e di ricerche interdisciplinari sulle opere e sulla tormentata
storia del museo e della collaborazione con il Dipartimento di Studi Umanistici
dell'Università degli Studi di Napoli "Federico II", ben si inserisce in un significativo
ed articolato programma di tutela, promozione del significato scientifico e di
valorizzazione delle collezioni del museo, avviato in seguito alla sua riapertura al
pubblico nel 2012 dopo tredici lunghi anni di chiusura, grazie all'impegno congiunto
dei compianti Gianpaolo Leonetti, allora direttore, e Umberto Bile, valente
funzionario della Soprintendenza. La storia più recente è quella di una profonda e
consolidata sinergia tra la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il
Comune di Napoli e il museo, tradottasi in progetti ambiziosi e importanti recuperi,
quali il restauro della Sala Agata, condotto in collaborazione con l'Istituto Superiore
per la Conservazione ed il Restauro del MiBACT, o quello più recente del portone
ligneo ». Le informazioni contenute nei tre volumi del catalogo saranno disponibili
nel portale dei beni culturali messo a punto dal progetto RE-MIAM (Rete dei Musei
Intelligenti ad Alta Multime-dialità) di DATABENC, cosa questa che attribuisce un
ulteriore valore all'opera, consentendo di diffondere il messaggio culturale a un
numero più ampio di utenti.
Scrive Filangieri: “Vi sono più modi di servire il proprio paese, e fra questi non
ultimo e il moderato, il tenace ricercatore di materiali storici e la critica che illustra i
fatti e i monumenti; il qual lavoro se non raggiunge gli splendori dell'ambizione e
della chiassosa popolarità, non manca di abnegazione di arrecare utile alla patria,
forse più alle generazioni a venire che a quelle del presente” (Archivio Filangieri,
Zibaldone). L'auspicio di Isabella Valente è « Che questo lavoro possa contribuire
alla conoscenza e al rilancio del museo, meritevole di occupare una posizione di
rilievo nello scenario dei musei napoletani, e che concorra alla sua divulgazione non
soltanto presso la nostra cittadinanza, ma anche verso la comunità nazionale e
quella internazionale» . Le fa eco il Dr. La Rocca, secondo il quale: « La
consapevolezza del valore del nostro patrimonio sotto il profilo identitario, storico,
di memoria, di testimonianza, si potrà infatti trasfondere nelle comunità l'esigenza
della sua conservazione, che è condizione indispensabile affinché l'attività di tutela e
di salvaguardia condotta dalle istituzioni che ne hanno competenza sia veramente
efficace ». Oltre a Isabella Valente hanno contribuito al Catalogo: Salvatore Abita,
Eduardo Alamaro, Francesca Amirante, Nadia Barrella, Angela Caròla-Perrotti,
Roberto Cinquegrana, Antonella Ciotola, Renata De Lorenzo, Mauro Giancaspro,
Laura Giuliano, Paolo Jorio, Gianpaolo Leonetti, Piera Leonetti, Fabio Mangone,
Luca Manzo, Silvana Musella Guida, Rosa Esmeralda Partucci, Wanda Prevedello,
Luisa Sefora Rosaria Puca, Mariano Saggiomo, Bianca Stranieri, Michela Tarallo,
Giulia Zaccariotto.
L’evento potrà essere seguito in diretta streaming sulla piattaforma Zoom:
https://us06web.zoom.us/j/81767279992?
pwd=STkveXVBRk42T29vSW9WK2NFckJHQT09
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