Vico Equense - Chiunque abbia minimamente a cuore le sorti di questa città, così piena di storia e bellezza, non può che restare inorridito di fronte allo scempio che si sta perpetrando al centro storico. C’è da abbassare la testa per la vergogna. Alla vigilia di una nuova stagione turistica, dopo più di un anno dall’avvio dei lavori che avrebbero dovuto riqualificarlo, il vescovado di Vico Equense è ancora un cantiere. Se ne accorge chiunque percorra le stradine nei paraggi della celebre Cattedrale dell’Annunziata, che affaccia sul mare. Cavi e pozzetti allo scoperto compaiono ovunque tra i vicoli di epoca angioina. Sono visibili, poi, crepe nei muri, recinzioni con il nastro arancione, cavi volanti e gli immancabili tubi neri che fuoriescono in ogni angolo. Il tutto trasmette una sensazione di sciatteria e abbandono. L’ultima segnalazione fatta alla pagina social Aequa News è una scheggiatura del blocco di piperno che sovrasta il muretto all'ingresso del centro storico. Qualcuno pagherà per questo danno? Qui non valgono le giustificazioni. Qui siamo nella trascuratezza pura, nell’inefficienza e nell’inconcludenza. Tra continui rimandi e rimpalli di responsabilità i lavori sono fermi da mesi e ad avanzare sono solo i danni, come testimonia con raggelante evidenza la foto. Non è una pietra qualunque. Quella pietra è la nostra storia, la nostra identità. Assistere inerti al loro disfacimento vuol dire tradire sia la nostra storia che la nostra identità. Ma in una città dove non funziona la manutenzione delle strade, dei giardini e di tanto altro, può mai funzionare la manutenzione della memoria?
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