La Circumvesuviana di Napoli è la peggiore linea ferroviaria. Ma i pendolari la prendono con ironia. come ci racconta l'autore di una seguitissima pagina facebook (e di un libro)
di Alberto Riva – Il Venerdì di Repubblica
Ogni mattino a Napoli un pendolare si sveglia e sa che dovrà affidarsi alla Circumvesuviana per raggiungere il posto di lavoro. Detto così, sembra facile. Ma secondo il rapporto Pendolaria 2024 di Legambiente, che monitora la qualità dei servizi delle nostre strade ferrate, quello di Napoli è il peggior treno d'Italia, seguito sul podio dalle linee Roma-Lido e Roma Nord-Viterbo e, medaglia di bronzo, la Catania-Caltagirone-Gela. Un problema solo del Centro Sud? No, perché subito dopo viene la Milano-Mortara. Ritardi, disservizi, affollamento, i problemi sui treni frequentati dai pendolari si assomigliano un po' tutti. Ma solo la Circumvesuviana ha trovato una soluzione ecologica e a basso costo. Quale? Riderci su. Se n'è fatto carico un giovane veterano delle sue linee, Giovanni Masturzo da Castellammare di Stabia, quarant'anni di vita e venti di Circumvesuviana. Nel 2015 Masturzo, che lavora come tecnico in un'azienda dolciaria di Piano di Sorrento ma è anche critico cinematografico, figlio di una sarta e di un ingegnere, ha creato una delle più amate pagine satiriche di Facebook: Circumvesuviana. Guida alle soppressioni e ai misteri irrisolti, trasformando il disagio in una community di quasi 200 mila follower, 9 milioni di visualizzazioni al mese, quasi 50 mila seguaci su Instagram e un libro esilarante, Vesuviana State of Mind.
Dietro la satira c'è l'osservazione di un "micromondo" del quale Masturzo, grande lettore di Stefano Benni e Italo Calvino, ha saputo far sbalzare verità, leggende, miti e, in fondo, un racconto dolceamaro e amoroso della sua città che rimanda un po' al professor Bellavista di Luciano De Crescenzo, con «figure ormai mitologiche» come il Bellissimo Capotreno, il Rattuso, l'Oratore, il Quartetto col mazzo, l'Avida lettrice, e si potrebbe continuare all'infinito, fino al Profeta e ai Copulators (di solito ventenni). Ma partiamo dal perché. Come nasce la pagina Facebook «Dall'attesa, in piedi. Le ore passate ad aspettare i treni in ritardo. Ancora ieri un'ora al freddo, a Pioppaino, da dove parto tutte le mattine. Ho immaginato i pensieri di questo popolo in attesa». La situazione è cambiata in questi anni? «Alti e bassi. Ma que- st'anno ci dicono che le cose dovrebbero migliorare, con una nuova flotta di treni». Le soppressioni le ha messe anche nel titolo. «È la forma di disagio più grande. Esiste un triangolo delle Bermude vesuviano: treni che vengono inghiottiti sull'asse Napoli-Sarno-Baiano e non si sa che fine facciano». Da qui ai misteri irrisolti è un passo. «Alcuni sono dei cult: il tabellone della stazione di Casalnuovo, fermo a un test del 1995. Sono passati ventotto anni ed è ancora lì: come è possibile? Che tipo di esperimento fu fatto? Perché nessuno ha mai cambiato le scritte sui display? Ho proposto all'Eav, la concessionaria, di aprire un piccolo museo della Circumvesuviana dove troverebbero posto questi tabelloni, gli orologi senza lancette, cose di questo tipo. D'altra parte, sono ancora in funzione gli stessi treni degli anni Settanta, bianchi e rossi». Ha rapporti con la concessionaria? «Abbiamo fatto una diretta sulla pagina Facebook: chiesero una sorta di confronto per chiarire con gli utenti la differenza tra fakenews e satira. Ma se ci si mette a spiegarla, la satira smette di esistere». Come spiega il suo successo? «La pagina è un filtro tra la Circumvesuviana e gli utenti, in qualche modo scarica la loro rabbia, è un rifugio e un modo positivo di confrontarsi. Si è sviluppato uno spirito di appartenenza: aspettiamo il Rapporto Pendolaria come la squadra di serie C il sorteggio di Coppa Italia». Nelle sue cronache c'è il mito, un po' calviniano, del Controllore Inesistente «Fino all'anno scorso era una figura mitologica sul serio. Ho fatto l'abbonamento per molti anni e non ho mai avuto il piacere di esibirlo a qualcuno, era un simulacro personale. Invece, dallo scorso autunno, ho assistito a diversi blitz dei controllori. A quel punto eravamo noi a essere impreparati». Poi c'è il Pescatore Solitario. «Si tratta di un soggetto frequente sulla linea Napoli-Sorrento: porta il pescato del giorno, in grosse buste, e mentre un rivolo d'acqua attraversa il vagone, se qualcuno dei passeggeri si dimostra interessato, lui porta avanti delle trattative». Gli utenti mandano foto? «Certo, ormai il cinquanta per cento del lavoro lo fanno loro, me ne arrivano tre-quattro al giorno. Tipo quella del tizio che carica il motorino a bordo come nulla fosse. Poi c'è la sezione animali». Cioè? «Nel 2019 mi arriva il video di un polpo che se ne andava a spasso sul vagone. Mancavano due settimane a Natale ed era ovvio che cercava di sfuggire alla cena della vigilia». Un'altra sezione molto dibattuta riguarda i turisti. «Anche qui abbiamo del cult, tipo la falsa destinazione a Sorrento, quando poi si ritrovano quasi sempre a Poggiomarino». Come accade? «Semplice: la stazione della Circumvesuviana in Piazza Garibaldi ha quattro binari: il binario 3 veniva condiviso sia dalla linea Napoli-Sorrento, sia dalla linea Napoli-Poggiomarino-Sarno. Coi ritardi i treni si accavallano, i turisti che vanno a Paestum salgono tutti contenti senza sapere che finiranno nelle campagne dell'agro sarnese. La situazione però si è evoluta: ora l'equivoco avviene sul binario 1 che va a Baiano, così è cambiata la frase che usiamo noi autoctoni per allertarli: prima era No Sorrento, this is Poggiomarino, ora è No Sorrento, this is Baiano!». In vent'anni di pendolarismo c'è qualcosa che ha capito dei suoi concittadini? «Ieri stavamo nel treno pressati come sardine e la gente faceva battute. Da napoletano ne sono orgoglioso: si può confondere questo atteggiamento con la rassegnazione, invece è uno scudo per difendersi dalle difficoltà».
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