mercoledì 19 dicembre 2007
Gal, soldi e tanti faccendieri …
I Gal, enti sconosciuti dove un consulente può guadagnare anche 400 euro al giorno, finanziati dalla Regione con fondi Ue, dovrebbero garantire lo sviluppo rurale. Stipendi da 3.000 euro al mese per controllare i siti internet. Nelle zone montane aprono gli Ecosportelli informativi: costano 250mila euro all'anno. I «Gruppi di Azione Locale» destinatari di finanziamenti milionari dell'Ue transitati attraverso Palazzo Santa Lucia, sponda assessorato alle Attività produttive, con il coinvolgimento di Comuni e Comunità Montane che ne hanno la gestione diretta e il dominio incontrastato. Non sono i soli enti, però, a regnare nel campo dell'agricoltura, dell'impresa e dello sviluppo rurale, gli fanno compagnia altre sigle poco note ai più come Pir, Prust e Psl: tutte o quasi analoghe negli obiettivi, ma di certo i Gal sono i meno discussi nel panorama istituzionale pur avendo ottenuto complessivamente per progetti territoriali oltre 32 milioni di euro negli ultimi anni. Ma tra i fondi in parte spesi per incentivi alle aziende, riqualificazione di borghi antichi, promozione del territorio si insinuano elargizioni per iniziative discutibili o consulenze. In Campania sono sette i Gruppi di Azione Locale, partecipati da enti, da associazioni rurali e di promozione turistica e da privati, spalmati sul territorio regionale ad eccezione della sola provincia di Napoli che nel 2000 non attivò le procedure per partecipare ai finanziamenti. Nell'elenco figurano l'Alto Casertano, che raggruppa l'area del Matese; il Titerno, che raccoglie la zona del Tammaro nel beneventano; la Verde Irpinia , nella zona di Lioni, e il Partenio. Scandagliando tra i vari GAL si scoprono cose singolari ed interessanti …
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1 commento:
E' ormai cosa nota da tempo che la Campania del Governatore Bassolino mortificando le risorse che già erano all'interno della sua mostodontica struttura ha espanso la spesa per consulenze esterne e finanziamenti a nuovi enti, la cui utilità è tutta da dimostrare, in modo pauroso e ad uso e consumo del suo bacino elettorale.
Oggi grazie a questa politica si può a ragione parlare del Partito di Bassolino sganciato da legami con il partito nazionale.
Come dire: "l'etat c'est moi"
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