domenica 17 agosto 2008
"Mai molà tegn dur Valcamonica"
Un buffetto al governo, uno schiaffo a Berlusconi, il bel 7 alla Lega. Nell´ormai consueto discorso di ferragosto al popolo "padano" da Ponte di Legno, in provincia di Brescia, Umberto Bossi scalda i muscoli per settembre e i cuori dei suoi ascoltatori. Salendo su un palco poco dopo il discorso della parlamentare Paola Goisis che ha proposto di eliminare i tre anni della scuola media, il senatùr non ha voluto sfigurare e ha fatto la lista dei suoi diktat. Con alle spalle la scritta "Mai molà tegn dur Valcamonica", il leader della Lega ha regalato la sorpresa: reintrodurre l´Ici. Dopo aver presieduto in mattinata le selezioni di Miss Padania, in cui ha cantato commosso le note del Và Pensiero, il senatùr fatto le pulci al governo. Per i suoi cento giorni, il governo secondo Bossi ha voto 7-, mentre il 7 pieno va alla Lega. «Maroni ha fatto quello che si pensava non fosse possibile fare, invece ci è riuscito grazie alla costanza», ha detto il leader del Carroccio. «Ora nei popoli che prima venivano da noi è arrivata l'idea che è inutile venire perché tanto li rimandiamo indietro», ha commentato Bossi. «Anche se è vero che gli effetti non sono visibili in pratica - ha dovuto ammettere il ministro delle Riforme -, il messaggio che è uscito è: "non venite perché non vi vogliamo». Il capo della Lega Nord ha però sconfessato Silvio Berlusconi, dicendosi intenzionato a reintrodurre l'Ici. «L'ici la rimetterò» ha detto spiegando che bisogna passare da un sistema di finanza derivata, in cui è lo Stato a dare i fondi agli enti locali, a una forma di autonomia finanziaria, in cui loro stessi prendono direttamente le tasse. «I cittadini - ha aggiunto il leader del Carroccio - sono disposti a dare, se le tasse vanno ai loro Comuni, perché vedono i risultati: strade, aiuole». Sicuro del suo ruolo di arbitro della tenuta del governo, dell'ipotesi di reintrodurre l'Ici Bossi non ha ancora parlato né con Giulio Tremonti né con Berlusconi, ma della sua idea è assolutamente sicuro. «Bisogna dare a ciascuna istituzione l'autonomia finanziaria» ha aggiunto. Visto che le Regioni si occupano dell'Industria il ministro pensa a una tassa che riguardi la produzione (ma non l'Irap che «è brutta») per poi investire ad esempio «nelle fiere», cioè per aiutare le stesse imprese ad essere competitive. Non vuole però sentir dire che la Lega aumenterà le tasse. «Il federalismo - ha aggiunto - è la riduzione delle tasse». Il fatto che i finanziamenti alle Regioni, ha cercato di spiegare Bossi, per quello che fanno non sarà più basato sulla spesa storica (cioè su quello che ciascuna paga i vari servizi) ma sul costo standard (cioè sulla media di quanto una prestazione costa nelle diverse regioni) permetterà di risparmiare. In pratica, il progetto di Bossi per il federalismo fiscale è che «se un ragazzo a scuola costa 10 lire in media si danno a tutte le regioni 10 lire: non ci possono essere Regioni che pigliano di più e Regioni che pigliano di meno». Considerandosi il padrone della legge, il senatùr arriva anche ad affermare: «Scriverò l'ultima riga del federalismo al sud». Inoltre, il leader della Lega dà il suo diktat: «Per le europee la legge elettorale deve essere fatta entro il prossimo mese. Per quanto riguarda la Georgia, dice infine Bossi, La Russia non si può mettere contro l'Unione Europea».
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