Sabato a Piano di Sorrento si terrà la 16ª edizione della rassegna diretta da Mario Esposito
Fonte: Il Roma
Piano di Sorrento - Il “Premio Penisola Sorrentina Arturo Esposito-Essere italiani” si terrà a Villa Fondi di Piano di Sorrento sabato a partire dalle ore 19.30. Un premio-spettacolo, concepito come format per la tv e per Radio1 Rai (che seguirà l’evento attraverso degli speciali sulle maggiori programmazioni radiofoniche del palinsesto), sviluppa un racconto e l’analisi di alcuni spaccati di cultura e spettacolo appartenenti al nostro Paese. «La nostra identità di italiani - commenta il direttore artistico, Mario Esposito - non si fonda su dati anagrafici, biologici o su una omogeneità politica, sociale, economica. Esistono piuttosto momenti, frammenti, storie della nostra esperienza collettiva che hanno accompagnato diverse generazioni e hanno segnato in qualche modo una sorta di coscienza nazionale». Il “Premio Penisola Sorrentina Arturo Esposito”, nato sedici anni fa, non è quindi dedicato ai 150 anni dell’Italia unita in chiave celebrativa o risorgimentale ma segna un viaggio attraverso quei luoghi della memoria, dello spettacolo e del costume italiano, alla ricerca delle ragioni che ne hanno prodotto la durata.
E i premiati diventeranno “attori” di un premio che - sottolinea Magdi Cristiano Allam, presidente della sezione Cultura e Comunicazione del prestigioso festival - «si propone come palcoscenico dell’anima accogliendo la libera espressione e il civile confronto tra i protagonisti dell’arte, della cultura, della comunicazione». Con questa ispirazione, quindi, un’inedita Elisabetta Gardini interpreterà la lirica di Salvatore Quasimodo “Il mio Paese è l’Italia”, testo etico-civile tratto dal volume “La vita non è sogno”. All’attrice europarlamentare andrà il premio “Personalità artistica nel Parlamento Europeo”. E se il cine-ma è un luogo dell’Italia, anzi un iperluogo, uno spazio di spazi, Giovanna Ralli ne sarà la protagonista, attraverso un racconto, in cui la testimonianza e i ricordi, intervallati a spezzoni dell’epoca, incroceranno i ritratti di attori e registi che hanno fatto la storia del cinema italiano: da Sordi a Gassman, da Fellini a Scola. Il giovane attore Gian Paolo Mai, reciterà, invece, la poesia scritta dall’agente cinematografico italoamericano Vittorio Squillante, nel ricordo della moglie Adua, cui andrà il premio alla memoria. In successione Maurizio Cucchi (voce maschile), Guya Falk (voce femminile) e Valentina Morricone (nipote di Ennio, al suo esordio letterario) daranno vita a un recital in cui stili, tendenze e linguaggi poetici si confonderanno sia per sottolineare come la poesia italiana appartenga ad ogni tempo, ad ogni generazione e ad ogni epoca, sia - come sottolinea il poeta ed editore Arnoldo Mosca Mondadori, che coordina la sezione del festival dedicata alla Poesia - «per essere testimoni di un’esigenza che ci ha suggerito Heidegger: solo tornando ad uno sguardo poetico sul mondo e sulle cose l’essere umano può ritrovare
se stesso ». Ed un reading (di musica e parole) sarà anche quello di Eugenio Finardi, premiato per l’opera prima “Spostare l’orizzonte come sopravvivere a quarant’anni di vita rock” (Rizzoli). Il cantautore interpreterà stralci tratti dal suo libro, intervallati dai suoi maggiori successi. Il premio come personaggio femminile andrà alla conduttrice Rai Veronica Maya. La bellezza ma anche, nel racconto dell’Italia, la testimonianza dei luoghi. Si può dire infatti che l’Italia sia e un Paese di paesi e per non essere provinciali occorre avere anche una Patria dell’anima. Sorrento è per Veronica Maya questo luogo dell’anima. Per cui, attraverso un contributo video e una testimonianza in diretta, Veronica racconterà la Penisola Sorrentina dove ha vissuto la giovinezza, all’alba di un momento importantissimo per la vita di ogni donna: la maternità. Al Mezzogiorno e alle sue storie si ispirano invece il riconoscimento a Gianni Pittella, vice presidente vicario del Parlamento Europeo, e la piece teatrale “Briganti”, regia di Liborio Preite, con la partecipazione di Antonio Salvoni, liberamente ispirata a “’O juorno ‘e San Michele” di Elvio Porta. Da questo momento teatrale potrebbero scaturire considerazioni storiografiche e politiche di enorme importanza. All’indomani di quella primavera del marzo 1861, sono seguite infatti le pagine più nere della storia del Mezzogiorno. Una vera e propria guerra civile, tra soldati e contadini, tra uomini di potere e gente del popolo. Ci sono canzoni che tutti gli italiani (e non solo) conoscono e che contribuiscono al sentimento dell’essere italiani. “Fratelli d’Italia”, ma anche canzoni napoletane come “‘O sole mio” oppure “‘O surdato ‘nnamurato”: ad esse Rita Forte - premiata per la Canzone - darà voce durante lo spettacolo. Un grande fondale al quale Alessandro Sallusti - premiato per il giornalismo con il riconoscimento del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano - consegnerà alcune riflessioni sul ruolo della comunicazione e sull’Italia di oggi e di domani. Un premio ed uno spettacolo davvero originali. Un modo nuovo e suggestivo per divertire e riflettere - oggi che se ne discute molto - sulla solidità e sul senso profondo di un’identità nazionale con cui- dopo 150 anni - dobbiamo continuare fare i conti, uniti dalle diversità e dall’essere italiani.
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