Numero legale garantito da minoranza e dissidenti fino al bilancio, poi in tre si allontanano: seduta-bluff
Fonte: Josè Astarita da Metropolis
Vico Equense - Sono quasi le 21.30 quando
in aula cala il silenzio. E’ il
momento di votare il bilancio.
Dentro o fuori. E’ l’attimo giusto
per dare l’ultima mazzata
a un’amministrazione
comunale andata al
comando con numeri
bulgari e che invece
si è spaccata dopo
neppure due anni di
governo. Ci sono comunque
i numeri per
spedire a casa Gennaro
Cinque, il sindaco
che per l’ennesima
volta non si presenta
in aula e fa schiumare
rabbia all’opposizione per un
atteggiamento che in molti non
digeriscono più. All’improvviso,
dopo una sospensione, c’è
il colpo di scena. «Abbandoniamo
la sala» fanno sapere i
consiglieri Andrea Balestrieri
e Vincenzo Cioffi, seguiti a
ruota da Giuseppe Dilengite.
Decidono di allontanarsi per
non garantire più il numero
legale, fino a quel momento
assicurato dall’opposizione
- presente al completo - più
qualche «dissidente».
A quel punto, il presidente
dell’assise, Maurizio Cinque
di «Colline Vicane», eletto fra
le polemiche solo due settimane
fa a dispetto degli ordini
di scuderia del sindaco che
l’aveva cacciato dalla maggioranza
a dicembre, non può
far altro che prenderne atto e,
masticando amaro, dà appuntamento
a stretto giro. Ci sono
venti giorni di «vita» per il
sindaco. Il prefetto di Napoli,
Francesco Antonio Musolino,
inviterà ufficialmente l’amministrazione
comunale a votare
il bilancio consuntivo.
In caso
di bocciatura o ennesimo flop
in aula, a quel punto non ci
sarà più nulla da fare: commissariamento,
campagna
elettorale e Gennaro Cinque
pronto a ricandidarsi per la
terza volta consecutiva perché
l’eventuale crac si consumerebbe
entro la «dead-line» di
novembre, ovvero la metà del
mandato-bis. Ipotesi che l’opposizione
e alcuni consiglieri
di maggioranza non vogliono
neppure prendere in considerazione
perché sanno bene che
il «peso» politico del sindaco si
fa sentire anche quando sembra
ormai pronto a defilarsi.
E’ l’ennesima puntata di una
telenovela politica lunga, ricca
di veleni e colate di fango.
Nell’aria, alla vigilia, si avvertiva
la sensazione che potesse
andare in onda una seduta farsa
del consiglio comunale.
Così è stato. Convocato alle 18,
dopo un’ora sono iniziati i lavori.
C’erano tutti i consiglieri
di opposizione, solo quattro
quelli di «maggioranza». O
meglio, che sperano in un
dietrofront di Cinque che ora
sembra sempre più intenzionato
a staccare la spina a un
esecutivo dilaniato dalle liti
interne, senza bussola e con
una giunta andata a casa su
espresso invito del primo cittadino.
Fra il pubblico spuntano
taccuini, giornalisti, fotografi. E anche ex assessori, curiosi
di vedere l’effetto che fa la
volontà di Cinque di portare
il Comune dritto dritto al commissariamento.
E’ caduto nel
vuoto l’invito del presidente
del consiglio comunale, un
altro Cinque, Maurizio, che
nel weekend aveva richiamato
all’ordine i «colleghi» sapendo
bene della volontà di non
prendere parte ai lavori. Non
è servito a niente.
Margini di manovra per ricompattare
la squadra, almeno per
il momento, non ce ne sono. E
l’opposizione - come è giusto
- si è fatta sentire nel momento
della difficoltà. Cioè quando
ha capito che dall’altra parte
si stava portando avanti un
copione probabilmente già
scritto. «Ci risiamo - hanno
ammonito gli esponenti del
gruppo “In Movimento per
Vico” -. Con la sua assenza in
aula, il sindaco Cinque conferma
di disprezzare il valore del
consiglio comunale. Così non
si può assolutamente andare
avanti». Perplessi anche gli
altri fedelissimi del plotone
anti-Cinque. Sul fronte opposto,
regolarmente in aula, c’era
Lora Cristallo, consigliere del
Pdl epurata dal primo cittadino
a dicembre che giorni
fa aveva lanciato l’sos all’amministrazione.
Nulla di fatto.
Scioglimento rimandato e altri
giorni di fuoco al varco.
1 commento:
Gentilmente, solo una cortesia,
prima di scriverlo, la prossima volta potreste chiedere al sig. Maurizio Cinque se Lui è, o si sente parte di COLLINE VICANE.
Grazie raffaele starace
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