Franco Cuomo |
Gentile Assessore,
quanto da Lei dichiarato in ordine alla portata del parere reso dal Consiglio di Stato, Sez. III, n. 7594/2009 scaturisce da una lettura direi troppo frettolosa dello stesso parere e probabilmente dall’omessa acquisizione del ricorso proposto all’epoca dai VAS.
Infatti, con il detto ricorso i VAS si opponevano non certo della demolizione dell’ecomostro, da sempre auspicata, quanto piuttosto della previsione, di cui al noto protocollo di intesa, della facoltà di riedificare il complesso in altro sito.
Ebbene, il Consiglio di Stato ha in realtà semplicemente statuito che le previsioni del protocollo di intesa, quanto alla demolizione dell’ecomostro, esprimono una evidente attenzione agli aspetti ambientali, escludendo poi, in riferimento alla possibile riedificazione del manufatto in altro sito, “una incidenza concreta e diretta sull’ambiente” in considerazione della portata meramente programmatica dell’atto.
Ebbene, in quella sede non era affatto previsto se, quando, dove e come il manufatto sarebbe stato eventualmente ricostruito.
Tanto vero che lo stesso Consiglio di Stato si premura di precisare che “si tratterà, semmai, di vagliare le decisioni ed i provvedimenti amministrativi di attuazione che, qualora lesivi, potranno essere fatti oggetto dei rimedi di legge”.
E’ chiaro, dunque, che gli atti amministrativi appaiono impugnabili secondo legge, oltre che decisamente contestabili dai VAS sul piano politico.
Al riguardo appare doveroso chiarirLe o ricordarLe che la portata del protocollo di intesa impone, in seguito alla demolizione, di riallocare l’edificio altrove, salvo che l’amministrazione ottenga l’annullamento e/o decadenza dell’accordo del 2007, cosa che non si evince da nessuna parte, o che la Società non risulti sulla questione poi vittoriosa in sede giudiziale”. Se ritiene opportuno la dichiarazione potrà essere resa, in alternativa o congiuntamente, dagli avv.ti domiciliatari Aldo Starace, Umberto Morelli e Lugi Pascariello. Le ricordo poi che lei non ha risposto alla domanda che le ho posto: perché accedere rapidamente ad un mutuo di 530 mila euro a carico dei cittadini di questo paese per abbattere un manufatto abusivo e privato.
Al riguardo appare doveroso chiarirLe o ricordarLe che la portata del protocollo di intesa impone, in seguito alla demolizione, di riallocare l’edificio altrove, salvo che l’amministrazione ottenga l’annullamento e/o decadenza dell’accordo del 2007, cosa che non si evince da nessuna parte, o che la Società non risulti sulla questione poi vittoriosa in sede giudiziale”. Se ritiene opportuno la dichiarazione potrà essere resa, in alternativa o congiuntamente, dagli avv.ti domiciliatari Aldo Starace, Umberto Morelli e Lugi Pascariello. Le ricordo poi che lei non ha risposto alla domanda che le ho posto: perché accedere rapidamente ad un mutuo di 530 mila euro a carico dei cittadini di questo paese per abbattere un manufatto abusivo e privato.
Coordinatore del Circolo VAS ( Verdi Ambiente e Società ) “ Giovanni Esposito”
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