Fonte: Roberto Fuccillo da La Repubblica Napoli
«Andare avanti con le primarie ». Lo ha affermato in giornata Andrea Cozzolino, uno dei candidati. Lo ha fatto ben prima che arrivasse la sentenza di De Luca, proprio per non parlare di variabili giudiziarie. In compenso Cozzolino ha lanciato una proposta: «Da presidente promuoverò una legge di riforma che renda le primarie regolamentate per legge». Così parlò Cozzolino. Lontano dalle aule di giustizia, ma lontano anche da quelle del partito, dove nel pomeriggio era in programma l'ennesima riunione di segreteria sulle primarie. L'esito dalle aule di Tribunale non ha però risolto il dramma interno del Pd sulla candidabilità o meno di De Luca. I renziani hanno provato a aprire la discussione con Luciano Crolla. I deluchiani, capitanati da Nello Mastursi, hanno subito fatto capire che chi si aspettava il facile ritiro del loro uomo come cavallo di Troia per annullare tutto ciò che è stato fin qui delle primarie, andava incontro a amara sorpresa. Il cozzoliniano Enzo Ruggiero ha tenuto sulla linea di difesa del voto. La stessa segretaria Assunta Tartaglione alla fine ha reso onore a De Luca, il cui «buon governo non può essere messo in discussione da una sentenza di primo grado». E infatti il comunicato finale esprime «solidarietà al sindaco, pur nel pieno rispetto dell'azione della magistratura». Dal canto suo Antonio Bassolino, storico avversario di De Luca, twittava un «mi dispiace molto».
Resta sul tavolo la candidatura di Gennaro Migliore. I cui sostenitori, non avendo ottenuto risposta dalla commissione regolamento sul metodo da seguire, hanno nel frattempo chiesto alla Tartaglione la convocazione della direzione regionale, per decidere del possibile rinvio.
D'altro canto, avverte Angelica Saggese, a sua volta candidata, «quell'1 febbraio mi sembra assai difficile come data. Qui a Roma siamo in preda alle guerre stellari». Evidente il riferimento a ciò che anche ieri si è consumato in Senato sulla riforma elettorale. Sorpresa semmai Saggese del fatto che De Luca non si ritiri. Secondo la senatrice salernitana al sindaco va anche l'onore delle armi: «Mi dispiace la condanna, non è mai una cosa bella per un amministratore, e lui è comunque un sindaco che ha fatto molte cose buone». Però ora «il partito dovrebbe far rispettare il codice interno, nonché la legge. Rimaniamo io e Cozzolino, e Migliore eventualmente. Ma c'è bisogno di una iniziativa ». Alla fine il partito campano resta in mezzo al guado. Tartaglione chiude la riunione di segreteria, aggiornandola ad horas, e soprattutto prospettando una possibile direzione fra una settimana. Traduzione: da un lato a Migliore viene in sostanza detto che deve scendere in pista perché non c'è nessuna decisione di rinvio delle primarie; dall'altro, poiché neanche Tartaglione ha tradotto la stima per De Luca sindaco in una indicazione chiara sulla sua candidabilità o meno, si cercherà per l'ennesima volta di capire anche Roma che indicazioni vorrà dare sul tema della persistenza di un candidato che nel frattempo subisca comunque un provvedimento di sospensione in base alla Severino. Il tutto con una minaccia di scissione e qualche decina di nomi per il Quirinale da sfogliare. Tra parentesi, De Luca o non De Luca, ieri c'è stato anche chi, come il capogruppo regionale Raffaele Topo, ha riproposto la questione della possibile alleanza con i centristi moderati.
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