Fonte: Salvatore Dare da Metropolis
Vico Equense - Una montagna di debiti. Oltre mezzo milione dì euro di lei - 1a vecchia imposta sugli immobili - mai versata al Comune di Vico Equense. E che nonostante gli appelli e i tentativi disperati per evitare il crac, rimane li, come una zavorra da cui è difficile staccarsene. Lo storico istituto Trinità e Paradiso è in rosso proprio mentre in Parlamento resta infìlato negli scaffali il disegno di legge che consentirebbe il trasferimento a patrimonio comunale del complesso seicentesco. Sono tre anni che il progetto è in standby nonostante le pressioni giunte sia dall'amministrazione che dai consiglieri di minoranza. Ma della svolta neanche a parlarne. Il numero choc del debito lei è balzato fuori nel vertice urgente dell'altro giorno quando si sono seduti allo stesso tavolo il sindaco facente funzioni Benedetto Migliaccio e i componenti del consiglio di amministrazione dell'istituto Claudia Scararnellino e Matteo De Simone (assente il presidente del complesso, Vincenzo Esposito, che si è autosospeso). Un tavolo convocato per fare il punto della situazione sull'esposizione debitoria del complesso che adesso sarà vagliata dalla commissione tributaria provinciale di Napoli. Al centro del summit.
Innanzitutto, le condizioni dell'edificio con la necessità, a detta dei consiglieri, di provvedere al restyling della facciata dell'immobile per lavori che, al momento, il plesso non può permettersi di pagare anche a fronte della decisione del Comune di Vico Equense di sospendere la liquidazione del canone di locazione per l' uso in fitto di alcuni locali vista anche l'imminenza di un'udienza, presso il Tribunale di Torre Annunziata, circa i) contenzioso tra l'istituto e l'ente municipale. Qui è spuntata l'apertura di Migliaccio circa la possibilità di trovare un accordo sulla vertenza a fronte dei 566mila 315,73 euro di debito lei con il Comune. I consiglieri dell'istituto hanno ribadito la necessità, ai fini del calcolo dell'imposta da liquidare, di tener conto del vincolo storico gravante su! complesso con una diversa applicazione della base impositiva. Un particolare che potrebbe fare la differenza con una riduzione dei costi sull'ici. Il Comune, su questo punto, ha alzato le barricate facendo valere, come saldo dei canoni di locazione non pagati all'istituto, l'esecuzione a proprie spese di interventi di risanamento statico dell'edificio. Alla fine dell'incontro, è stato sancito che a esprimersi su! debito lei - puntando magari a una nuova valutazione - sarà la commissione tributarla provinciale di Napoli. Un organo terzo a cui spetterà, con un parere, l'ultima parola sulla questione del crac finanziario dell'istituto monumentale. Insomma, una saga senza fine per il gioiello di Vico Equense nato nel lontano 1693 inizialmente come conservatorio di suore monache per poi divenire nel tempo un educandato femminile. Nel 1869. il re Vittorio Emanuele II di Savoia dichiarò il complesso alle dipendenze del ministero della pubblica istruzione con la gestione affidata a un consiglio composto da esponenti del Miur e del consiglio comunale di Vico Equense. Nel 1924 la scuola si trasformò in istituto magistrale e una parte dell'orto fu concessa in enfiteusi al Comune. A seguire, scattò il potenziamento dell'attività educativa con scuola media, ma dagli anni Ottanta in poi sono cominciati a sorgere intoppi anche per il calo delle iscrizioni.
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