Per il presidente Inps «le cifre su disoccupazione e povertà sono da bollettino di guerra»
Napoli - «Le cifre sulla disoccupazione e sulla povertà in Campania sono da bollettino di guerra». E' spietata l'analisi del presidente dell'Inps Tito Boeri, ieri a Napoli per la presentazione del bilancio sociale della Campania. «Le persone che lavorano all'Inps sono impegnate al fronte — spiega — e operano in una realtà molto difficile. Credo che il bilancio che noi oggi tracciamo sia un bilancio dove l'istituto si è impegnato attivamente ad erogare le prestazioni sociali, tamponando gli aspetti più critici di questa crisi». Ed eccolo il bilancio: cala il numero degli occupati mentre le persone in cerca di lavoro sono oltre un milione, circa un quarto del totale complessivo nazionale. Un bilancio diretto a valutare gli effetti sociali ed economici dell'azione dell'Istituto che denuncia «un allargamento della forbice tra i poveri, che sono diventati più poveri, ed il resto della popolazione». Ed ancora, c'è stato un peggioramento «significativo» delle condizioni di vita delle fasce deboli. Quelle che il presidente dell'Inps ha definito cifre da «bollettino da guerra» sono spiegate in circa 100 pagine. «Nei primi nove mesi del 2014 l'attività economica in Campania è rimasta pressoché stazionaria - è l'analisi -. La quota di impresa che rileva un aumento di fatturato è pari a quella che ne segnala una diminuzione» Ma è soprattutto il lavoro che crea allarme.
A fronte di una situazione italiana caratterizzata da una disoccupazione che tra i giovani raggiunge il 46 per cento, il Sud si stacca dal Nord con un divario che si accentua e che porta la percentuale dei giovani disoccupati tra i 15 e i 24 anni al 60 per cento. Nel bilancio, l’inps parla anche dello stato di salute dei campani: sono aumentate le pensioni di invalidità civile, sopratutto a causa di problemi legati all'amianto e all'inquinamento. Quanto alle pensioni, la Campania si attesta in una delle ultime posizioni sia per quanto riguarda l'importo medio dei redditi pensionistici, sia per il numero delle pensioni. Una crisi «interminabile» che per Boeri ha ancora di più «accentuato il divario tra il nord e il sud» dell'Italia, Anche se in Campania «ci sono alcuni segnali positivi nel mercato del lavoro» secondo Boeri «il quadro resta grave». La povertà «che resta il problema numero uno della Campania, del nostro Mezzogiorno e del nostro Paese. E per questo motivo che auspico — dice ancora il presidente dell'Inps — che nella legge di stabilità o m misure ad essa collegate ci siano misure di contrasto alla povertà. È la scelta più meridionalista che possa essere fatta all'interno del Paese. Una scelta improrogabile». Secca la replica del sindaco di Napoli de Magistris. «Abbiamo bisogno delle istituzioni nazionali non tanto dei bollettini di guerra perché sappiamo che la situazione è difficile. Tutto quello che si vede in questa città — dice — è frutto esclusivamente dei napoletani e di coloro che hanno deciso di investire sulla nostra città. Abbiamo bisogno di attenzione, sostegno e rispetto della nostra dignità». Anna Rea segretario generale della Uil Campania, sottolinea come «i confronti tra parti sociali e Inps non si fanno solo attraverso i convegni ma anche e soprattutto coi fatti. E importante il molo e la forza dell'Inps soprattutto in territori come i nostri, con alti tassi di povertà, di disoccupazione e con pensioni magrissime, ma un altro passo decisivo da compiere è di sicuro la separazione della previdenza dall'assistenza». «Il bilancio sociale di Inps fa emergere un quadro disastroso per la Campania attanagliata tra povertà e disoccupazione. Dovrebbe essere questo il tema prioritario della politica». È quanto afferma il Responsabile regionale delle Politiche per il lavoro di Forza Italia, Salvatore Ronghi. (A.P.M. il Corriere del Mezzogiorno)
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