di Filomena Baratto
Vico Equense - A leggere di Fortuna, la bambina violentata ripetutamente e buttata giù dalla finestra, vengono i brividi addosso, non solo per una mamma, ma proprio per appartenere al genere umano.
Pensare a una bambina di cui si abusa e dopo averla distrutta dentro, disfarsene, mi fa chiedere quanto valga la nostra vita, di cosa non siamo capaci pur di assecondare la mente malata. Quella stessa mente autrice di arte, di bellezza, di amore, diventa poi, in questi casi, una macchina distruttrice. Molto spesso assolviamo i fatti per avere di fronte persone che non ci “stanno con la testa”, come deterrente per dire: “è successo, non possiamo farci niente”. In questa affermazione sta la nostra negligenza, che a volte assopisce i sensi per non voler affrontare la vita e così ripetiamo che non “ c’entriamo nulla”, non possiamo essere responsabili delle malattie degli altri, delle loro nefandezze. E invece c’entriamo, eccome, entriamo nel momento in cui diventiamo complici delle sue assurde azioni, complici per conoscere la sua malattia, la sua cattiveria, la sua debolezza. Un malato di mente, malato di queste cose, prima o poi palesa le sue debolezze e davanti alla scoperta, quanti fanno finta di niente? Quanti si tirano indietro come se vivessero in un altro mondo? Siamo tutti omertosi, sapere e far finta di nulla, come se tutto dipendesse sempre e solo dagli altri. Chi abusa dei bambini, avrà subito le stesse attenzioni, starà a digiuno di affettuosità, sarà stato un bambino bistrattato a cui avranno concesso lo stesso tipo di considerazione.
Il perverso scambia il sesso per un propulsore, trasforma la rabbia incamerata in azione violenta, cova dentro sentimenti morbosi, infantili, come se fosse rimasto a uno stadio precedente, in quel tempo che non ricorda per non aver ricevuto nulla di buono, un tempo vuoto di affetto e di amore. Nessun sentimento di pietà colma il sentimento di amore mancato, e ora è troppo tardi, una persona del genere deve solo essere curata. Chi gli è vicino, lo sa, ma fa finta di nulla. L’uomo nero o il lupo mannaro, termini usati nelle fiabe, sono alcune espressioni adottate per definire un orco, quasi a voler mettere in guardia i bambini subdolamente attraverso le storie. Un bambino sviluppa feeling con chi è affettuoso con lui, con chi lo protegge, lo aiuta, con chi è buono, con chi capisce anche solo con uno sguardo. Ai piccoli trasmettiamo le cause e gli effetti dei nostri atteggiamenti, le sensazioni, gli umori, le nevrosi e le psicosi attraverso un mondo di fili, di freddi contatti, di indifferenza, di distrazione. L’affettività, invece, è un flusso continuo che viene erogato sin dal risveglio mattutino, quando aprire gli occhi diventa per lui più importante che dormire, dove incrociare il sorriso della mamma è la migliore medicina che ci possa essere, e dove anche un arrabbiarsi è dolce e accettabile. Il fatto grave è che in un mondo di politica, di cemento, di terroristi, di uomini trasformati in altro, per i bambini non c’è più posto. Mai nessun programma politico si è occupato di loro, mai nessun progetto si è sviluppato in tal senso. Forse che non possono dare il loro voto? Sono ancora degli oggetti prima di diventare uomini? E’ crudele credere che per Fortuna a Scampia l’unico gioco sia stato quello proposto da un malato, e che, proprio come quando si gioca con pegni e punizioni, sia toccato a lei cadere giù. Anche la politica deve tornare più umana e a misura d’uomo e non serva del consumismo e costruire ghetti, come Scampia, dove giocare è un’utopia, dove i bambini stanno in casa a guardare porcherie che sempre più spesso propina la tv, una tivù che ci vuole tutti legati al sesso e non al pensiero. Un mezzo di comunicazione potente come la Tv ignora i bambini, che non solo non votano ma non fanno lo share, non danno audience e non crea programmi per loro, non fornisce educazione, né conoscenze di sorta. Cartoni su cartoni abbondano al posto di programmi adatti alle fasce d’età. Una volta anche la televisione faceva giocare i bambini, ricordo Marco Danè e i suoi programmi. E sta bene allo Stato avere un popolo dormiente e annebbiato per poter governare indisturbato.
Allora quando sentiamo questi orrori facciamoci delle domande. Chiediamoci con quanta spinta abbiamo contribuito a buttare giù Fortuna e con lei tanti altri piccoli. Per bambini sani ci vogliono parchi, giochi, luoghi ricreativi, scuole per viverci e non per parcheggiare, musei, teatri, fiere, dove si svolgano attività alla loro portata, progetti di studio, attività formative… Che si cominci a costruire un mondo per bambini, che sono l’unica parte sana che va salvaguardata per un futuro di uomini.
Siamo tutti chiamati ad essere “costruttori” di case, di strade, di verde, di cuori, di pace... In una società dove i bambini muoiono perché indifesi, è una sconfitta per tutti. In un paese dove si spende molto più per il calcio e la politica, il sesso e la droga, parlare di bambini è controcorrente. Fortuna aveva bisogno di essere voluta bene e il bene significa fatti. Quanti bambini si trovano nelle condizioni di Fortuna? Chissà...Progettare per una politica migliore e più sana, significa anche partire dai più piccoli.
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