martedì 5 luglio 2016

Circum, esercito e stazioni chiuse. L`Eav: «Così vinceranno i vandali»


Rapine, risse, scippi: i criminali assaltano la Penisola e scatenano il terrore tra i turisti Il sindaco di Meta vuole vietare le fermate dei treni, sos dell'azienda. Vertice in Prefettura 

Fonte: Salvatore Dare da Metropolis 

Meta - «Sì, penso anche all'Esercito. Potrebbe essere una delle soluzioni giuste per debellare il fenomeno dei criminali della Circumvesuviana». Il sindaco di Meta Giuseppe Tito concede il bis. Dopo la proposta choc di chiudere nei weekend la stazione della Circumvesuviana («Ma era chiaro che era una provocazione» precisa a mente fredda), non tentenna. E apre addirittura allo sbarco dei militari. «E' una delle tante idee da valutare» rincara la dose Tito che domani sarà ricevuto in Prefettura mentre tra una settimana incontrerà il presidente dell'Eav, Umberto de Gregorio. Che ieri l'ha bacchettato senza fronzoli. Soprattutto davanti all'ipotesi, assurda e impossibile, di chiudere le stazioni. «Sarebbe una sconfitta» scrive il numero uno dell'azienda in un post che fa il giro di Facebook provocando una marea di commenti e reazioni al cianuro. Anche se ormai l'emergenza sicurezza è sotto gli occhi di tutti. A cominciare proprio dalle forze dell'ordine che quotidianamente presidiano la Terra delle Sirene.
 
Prima una turista rapinata senza scrupoli da un pregiudicato di Napoli, poi l'accoltellamento di due ragazzi appena scesi dal treno e diretti al mare. A Meta è bufera. E de Gregorio, senza nominarlo, boccia apertamente Tito: «Qualcuno propone di chiudere la Circum per evitare che arrivino i "barbari". Certo anche questa è una idea. Ma assomiglia tanto ad una sconfitta, alla rinuncia. Che penalizza come sempre i più deboli. Magari come provocazione può funzionare. Ma solo come provocazione, per richiamare l'attenzione. La verità è che quella dei "barbari" è una emergenza di tutto il territorio metropolitano di Napoli, da affrontare con misure forti, senza tabù. Non è un problema dell'Eav o dell'Anni, è un problema della collettività. Lo stiamo gridando da mesi, al vento». L'ipotesi di far calare la serranda allo scalo di Meta provoca anche una bufera politica che si gioca tutta in salsa locale. Che vede l'ex primo cittadino Paolo Trapani, attualmente segretario Pd - lo stesso partito di Tito - attaccare frontalmente l'ex alleato con cui condivideva la poltrona in giunta sino a due anni fa. «Mi stupisce il modo semplicistico con cui si affrontano problemi seri e che tutto sono fuorché emergenze visto che da sempre sappiamo che durante l'estate Meta deve far fronte a questa specie di invasione che in alcuni casi ha determinato situazioni incresciose e anche di pericolo - dichiara Trapani -. L'accoltellamento è sicuramente un episodio straordinario, ma certamente non ne scongiuriamo il ripetersi decidendo di non lasciar scendere la gente dal treno a Meta... Siamo seri». Non solo. «Quello che critico del sindaco è il modo di affrontare i problemi sempre e soltanto in una dimensione d'emergenza, di calamità, di pronto intervento - sottolinea Trapani - mai nell'ottica di una pianificazione, di una programmazione che consenta di inquadrare i problemi in modo più appropriato adottando soluzioni coerenti e convenienti per il Paese. Ma, dico, come si può anche soltanto ipotizzare di risolvere il problema chiudendo la stazione? E' come se il sindaco decidesse di ridurre la pressione del traffico vietando alle macchine di passare per Meta! Ma stiamo scherzando o facciamo sul serio? Questo problema Tito lo conosce e non da oggi e quando è stato eletto sindaco mi sembra ne abbia fatto un punto di forza del suo impegno sul campo.. .Da allora che cosa è cambiato? Nulla, perché non si è affrontata la questione per quella che è escogitando soluzioni appropriate». Nel corso delle prossime ore, potrebbe essere convocato un summit d'urgenza in Prefettura così come invocato dallo stesso primo cittadino Tito.

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