domenica 8 gennaio 2017
Katia, l`ex ballerina senza più nulla «Indifferenza più pericolosa del gelo»
Napoli - «Non ho più niente. Le mie figlie sono negli Stati Uniti da quando me le hanno tolte. E oggi non mi resta che questo cane». Racconta la sua storia come se stesse parlando con un'amica Karla, mentre se ne sta rannicchiata dietro a una delle sculture all'interno della stazione Museo della linea 1 della metropolitana. Cinquant'anni, madre di due figlie, la donna viene da Maracaibo, in Venezuela. «I miei genitori sono di Cava dei Tirreni - spiega in un perfetto italiano, nonostante l'inflessione dialettale della sua lingua madre - Nel mio Paese facevo l'insegnante di ballo. Poi dopo una delusione amorosa sono venuta in Italia e la mia vita è cambiata». Karla vive da alcune settimane all'interno della stazione dell'arte. Insieme al suo fedelissimo volpino: «E' l'unico amico che mi è rimasto. Sta con me da 14 anni ormai. Non ho più affetti e lui mi aiuta a sopravvivere». Non ha più un lavoro Karla e vive di elemosina con quei pochi spiccioli che qualcuno, ogni tanto, le lascia nella piccola ciotola nera accanto al suo fidato amico a quattro zampe. Ha gli occhi stanchi, nonostante non dimostri di avere 50 anni. «Sì, so di sembrare una ragazzina ma forse perché in fondo non mi sono mai arresa». Karla vive come tutti i senza fissa dimora tra un posto e l'altro. La metropolitana al Museo e i giardini di piazza Cavour per lo più. «Ho persone amiche che mi fanno lavare a casa loro - dice che mi portano spesso pasti caldi». Ma è amareggiata quando le si chiede dei servizi sociali: «Perché dove sono ? Gli unici che ci aiutano a non morire sono i volontari delle associazioni» (Fonte: li.ste da Metropolis)
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