Fonte: Roberto Fuccillo da La Repubblica Napoli
Se ne va solo Forza Italia, mentre nel Pd si riscatena la tempesta. Sono gli effetti della manovra con cui Luigi de Magistris ha redistribuito le deleghe in Città metropolitana. A un anno dall'esperimento che teneva dentro quasi tutti i partiti, de Magistris ha tentato di consolidare questa squadra, ma si è imbattuto nel rifiuto di Forza Italia. I berlusconiani assicuravano quattro uomini alla grande coalizione, più Vincenzo Carbone di "Noi Sud". I cinque hanno subito commentato la delibera scagliandosi contro «il sindaco incapace che ritiene i consiglieri comunali e metropolitani delle pedine da acquisire con prebende e incarichi». Poi hanno rimarcato anche il diverso atteggiamento del Pd: «Aspettiamo di sapere cosa pensino Vincenzo De Luca e i vertici del Pd». Detto e fatto. Poco dopo il segretario provinciale Pd, Massi- II sindaco redistribuisce gli incarichi e 5 consiglieri dem accettano. Il segretario Costa li scomunica: "Cattiva politica". Forza Italia dice no mo Costa, scomunicava di nuovo la scelta di cinque dei sette consiglieri dem di rimanere al fianco di de Magistris, tanto più che sabato 14 aprile il partito ha indetto una manifestazione in antitesi a quella del sindaco contro il «debito ingiusto» nel Comune capoluogo. Secondo Costa l'iniziativa di de Magistris è «totalmente scollegata dalla buona politica», ci sarebbe stato bisogno di «un dibattito con tutti i rappresentanti del partito» e dunque «siamo fermi nella nostra intenzione di rivedere la questione delle deleghe». Dunque i cinque consiglieri non sono autorizzati, ed è l'ennesima frizione dopo un anno di polemiche interne sulla questione. A sua volta David Lebro rifiuta il passaggio dall'Urbanistica al Patrimonio, deciso per lui da un de Magistris definito «isolato». L'Urbanistica è andata proprio al piddino Giuseppe Jossa. Salvatore Pace resta invece vicesindaco.
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