Fonte: Salvatore Dare da Metropolis
Napoli Nel 2009, mica un secolo fa, alla festa di Pontida il ministro dell'Interno Matteo Salvini cantava cori contro i napoletani. «Senti che puzza, scappano anche i cani...». Basta e avanza questo, inutile completare il tosto di quell'inno becero che purtroppo tuttora si ascolta pure negli stadi. Nonostante questo, nonostante ci siano i filmati a inchiodarlo, all'ombra del Vesuvio Salvini sta erodendo consenso. La Lega c'è, si sente, alza la, voce, scala le marce e punta a conquistare posti di primo piano nelle amministrazioni locali. A cominciare dai Comuni in cui il Carroccio da tempo sta mettendo bandierine a macchia di leopardo.
Vesuviani ma leghisti
Prendiamo ad esempio il sindaco di San Giuseppe Vesuviano. Si chiama Vincenzo Catapano, di professione fa l'avvocato ed è stato rieletto lo scorso 24 giugno con la percentuale più alta d'Italia nei ballottaggi: 72,14 per cento. Numeri bulgari che lo portarono senza timori a fare un annuncio clamoroso: «Mi sono tesserato con la Lega». Non tutti gli elettori del primo sindaco vesuviano leghista, mostrarono entusiasmo per quella scelta. Figuriamoci quando pochi giorni dopo salì a Pontida, nel fortino anti-terroni, per il raduno al comando di Salvini, scortato da una flotta di consiglieri comunali con la benedizione del deputato Gianluca Cantalamessa, il coordinatore leghista in Campania. Tanto per gradire, Catapano pubblicò pure un selfie in compagnia del vicepremier: «Matteo è il nostro capitano». Ma non c'è solo il sindaco di San Giuseppe Vesuviano nell'esercito verde. Prendiamo Terzigno: una volta era una capitale azzurra, dove Berlusconi spopolava anche grazie al lavoro dell'allora senatore Domenico Auricchio, il papa del simbolo del Pdl donato proprio a Silvio. Ora, da queste parti, in molti si dichiarano salviniani. Tre mesi fa, il fratello del sindaco Francesco Ranieri ha aderito alla Lega. Non finisce qui. Nella vicina Somma Vesuviana è fresco di battesimo il coordinamento cittadino di Salvini. Mentre a Sant'Anastasia, il presidente del consiglio comunale Mario Gifuni è un convinto alfiere del Carroccio.
Dissidi nell'area torrese
In effetti, l'exploit leghista sarebbe dovuto partire da Torre del Greco dove l'ex parlamentare di Forza Italia Ciro Borriello, in più di un'occasione, firmò endorsement per Salvini tanto da partecipare pure a una convention del vicepremier a Napoli. Sarebbe andata meglio se non fosse stato arrestato per corruzione l'estate scorsa, con un'inchiesta esplosiva sul business dell'appalto rifiuti che stroncò pure l'ambizione di tornare in Parlamento con la casacca made in Pontida. Perso Borriello, la Lega ha cercato di rialzare la testa. Ma non è riuscita a presentare la lista alle ultime Comunali. Il segretario cittadino Francesco Panariello partecipò a tutti i tavoli fallendo le alleanze. Non va meglio a Torre Annunziata dove un consigliere comunale di maggioranza. Mauro lovane, a luglio si è dichiarato leghista. Ne è nata una mezza crisi per il sindaco democrat Vincenzo Ascione che non ha nascosto imbarazzi: «Mica posso cacciarlo...». Risultato? L'assessore Sofia Donnarumma, espressione del gruppo civico di cui fa parte lovane, ha deciso di rassegnare le dimissioni.
Castellammare in crescita
A Castellammare di Stabia è un momento chiave. Dopo tre sindaci mandati a casa anzitempo (Luigi Bobbio, Nicola Cuomo e Antonio Pannullo), l'ex Stalingrado del Sud è tornata a virare a destra. Con le sinistre asfaltate perché divise. Ecco perché la Lega sa che è la fase giusta per colpire: il tesseramento è in corso con l'ex maresciallo dei carabinieri Giovanni Tito che ricopre l'incarico di coordinatore. Le impressioni sono buone. Per la prima volta, alle Comunali dello scorso giugno, il partito ha eletto un consigliere comunale, Giulio Morlino, che fa parte della squadra del neo sindaco Gaetano Cimmino. Sui Monti Lattari, a Gragnano, l'esponente di maggioranza Giulio Pepe ha aderito alla Lega sognando una candidatura alle prossime Regionali. Il trend salviniano non è terminato tanto che si parla di un futuro assessore leghista.
Caccia a Pompei e Sorrento
L'uomo impeg'nato a reclutare sul campo nuovi fedelissimi è soprattutto Cantalamessa. Consapevole che serve estendere la genia leghista anche in centri turistici, scommette su Pompei e Sorrento. In tutta onestà, non con grossi risultati. A Pompei, all'opposizione, Alfonso Conforti ha optato proprio per la Lega dopo aver abbandonato l'Udc prima dell'affondamento. Sorrento, invece, dove il Pd ha raggiunto alle Comunali 2015 il dato choc del sei per cento, la Lega deve costruire un zoccolo duro che possa superare i confini di Facebook. In effetti, l'accattonaggio molesto e la lotta ai mendicanti sono questioni assai care ai leghisti locali che hanno già chiesto un intervento ai vertici del partito. Un'interrogazione parlamentare scatterà a breve. Poi, forse, ci sarà un coordinamento. Hanno fatto outing per Salvini personaggi in vista tra cui l'ingegnere Antonio Elefante.
Scafati post-Alberti
Affondano le radici nelle ceneri di Alleanza Nazionale, invece, i salviniani di Scafati. Deus ex machina è Mariano Falcone, ex segretario di An, poi consigliere comunale nel Pdl a sostegno del primo sindacato dì Pasquale Aliberti. Successivamente Falcone passò nell'area di Edmondo Ciriel- li, dando vita, con Cristoforo Salvati ed altri ex An, alla corrente del Pdl "Principe Arechi". Riprovò a imporsi nel 2013 con Fratelli d'Italia, registrando un clamoroso insuccesso. Ora torna sulla scena politica sposando la causa dei nuovi leghisti, diventandone portavoce provinciale. Le porte si stanno spalancando. Tant'è che alle Politiche la Lega ha ottenuto quasi mille voti alla Camera, finendo seconda dietro a Forza Italia degli alibertiani e superando i "rivali" diretti di Fdi e Noi con L'Italia, dell'ex amico di partito Alberico Gambino.
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