Vico Equense - Sono tanti i commenti di protesta che si leggono sul web, contro la gestione politica della sanità e che insistentemente chiedono la riapertura del pronto soccorso dell’ospedale De Luca e Rossano di Vico Equense. Mi preme ricordare che scrivere sui social non serve a risolvere le cose. Non sono i social che possono mettere a posto le cose che non vanno in città. Il problema fondamentale del territorio si chiama invece “diritto alla salute”, che comincia a non essere più garantito. Eppure, malgrado la posta in gioco che non lascia indenne nessuno (perché a chiunque capita, prima o poi, di aver bisogno di un ospedale), nessuno è ancora sceso in piazza. Alla politica si chiede di battere i pugni sul tavolo, se necessario, e di mettere in campo ogni azione finalizzata a ottenere la riapertura del pronto soccorso chiuso durante la pandemia. Solo poche settimane fa il consiglio comunale ha approvato una mozione che apre al riconoscimento del territorio di Vico Equense come "area disagiata", come avviene per le isole. In questo modo si potrebbero mettere in campo indennità speciali adatte per aiutare a risolvere il problema. Un passaggio doveroso ma che purtroppo non avrà risultati di rilievo sul piano pratico. Perché, allora, non fare una protesta eclatante? Perché non valutare di restituire la tessera elettorale e non andare a votare? Tutti i partiti tra poco busseranno alla nostra porta per avere il voto, per contarsi, e mandare i loro riferimenti in Europa. Persone che non vedremo più per i prossimi 5 anni. Non c’entra solo la congiuntura elettorale, quanto semmai il punto di non ritorno che appare all’orizzonte. Un modo per dare un segnale. O ora o mai più.
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