Vico Equense - Il paesaggio è stato sicuramente restituito ai cittadini, ma i soldi che sono stati spesi per buttare giù l’ecomostro di Alimuri si sono recuperati? A quanto pare, nel giorno in cui si festeggia il decennale dell’abbattimento, ancora no. Eppure la sentenza del Consiglio di Stato del giugno di quattro anni fa, mise fine alla battaglia giudiziaria che si aprì dopo l’abbattimento del rudere dell’albergo da 150 stanze lasciato a metà e demolito dal Comune di Vico Equense il 30 novembre del 2014. Cinquant’anni per fare scattare il detonatore di 1200 microcariche di dinamite, 12 secondi per fare sbriciolare quello che è stato il simbolo degli ecomostri italiani. Partita chiusa? Neanche per idea. Scattò repentino il ricorso al Tar dei proprietari. Con un’articolata sentenza, il Consiglio di Stato affrontò minuziosamente tutti gli aspetti della controversia vicenda, confermando la bontà dell'azione amministrativa, sia per quanto riguarda la demolizione, che per il rimborso delle spese sostenute dal Comune, che ammontavano a più di 420 mila euro. La sentenza, festeggiata al pari dell’abbattimento, venne considerata una vittoria per l’Ente, rispetto a un privato che si era sempre opposto alle legittime azioni dell’amministrazione comunale. Questa mattina, nella Sala delle Colonne dell’Istituto Santissima Trinità e Paradiso di Vico Equense il decennale della demolizione è stato celebrato con un convegno. L’edificio, costruito negli anni ’60 in violazione alle normative urbanistiche e paesaggistiche, è stato abbattuto con tecniche demolitive non tradizionali, ponendo particolare attenzione alla sicurezza e all’impatto ambientale. L’incontro è stato un’occasione per riflettere sulle buone pratiche di tutela e valorizzazione del paesaggio, traendo insegnamenti utili per affrontare sfide simili in futuro.
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