mercoledì 4 giugno 2008
«Mio padre vittima della malasanità»
Sorrento - «Se la Tac dell’ospedale fosse stata in funzione, forse ora mio padre sarebbe vivo». L’apparecchio in questione è quello in dotazione al presidio Santa Maria della Misericordia di Sorrento, mentre i dubbi appartengono a Rosario Pane, figlio di Aniello, sessantaquattrenne di Massa Lubrense scomparso esattamente una settimana fa in seguito ad un’emorragia interna provocata da una caduta accidentale. «Mio padre è rimasto due ore su una barella del pronto soccorso – aggiunge il giovane – senza che nessuno si rendesse conto della gravità delle lesioni riportate. Quando i medici hanno pensato a un trasferimento di urgenza per sottoporlo ad un esame con la Tac presso un’altra struttura era troppo tardi: mio padre era già entrato in coma e dopo poche ore è morto». A provocare il decesso di Aniello Pane la rottura di alcune costole, una delle quali ha perforato il polmone provocando un’emorragia interna. «Se mio padre fosse stato sottoposto immediatamente agli esami necessari – dice Rosario Pane – i sanitari sarebbero potuti intervenire bloccando l’emorragia salvandogli la vita». Il giovane non è un medico, ma parla con cognizione di causa avendo ottenuto alcuni anni fa il brevetto di infermiere quando era militare di leva. «Ormai la Tac è diventata un’apparecchiatura salvavita essenziale – sottolinea ancora Pane – e non riesco ad immaginare perché un ospedale come quello di Sorrento debba avere la sua fuori uso per mesi considerato che serve un’utenza di circa 60mila persone dell’intera penisola sorrentina oltre a milioni di turisti». Rosario Pane non chiede inchieste o risarcimenti, ma solo che l’apparecchiatura venga sistemata quanto prima. «Mio padre ormai è morto, probabilmente era giunta la sua ora – afferma il giovane – ma non posso immaginare che si verifichino ancora casi analoghi, la prossima volta potrebbe toccare a un bambino e questo proprio non riesco ad accettarlo». La denuncia di Pane segue solo di qualche giorno una analoga segnalazione di A.D., una donna di Piano di Sorrento che in un incidente automobilistico aveva riportato diverse fratture al bacino. Per essere sottoposta a un esame con la tac la donna ha dovuto sobbarcarsi 5 ore in ambulanza nel traffico tra Sorrento e Torre del Greco, un viaggio contrassegnato da lancinanti dolori. «Si aspetta che ci scappi il morto prima di trovare una soluzione?». È questa la domanda che si è posta la donna di Piano nella sua denuncia, ora il morto c’è stato, non resta altro da fare che aspettare che arrivi la soluzione. Di entrambe le vicende si sta occupando anche la sezione peninsulare del Tribunale per i diritti del malato. «Nei prossimi giorni – afferma il presidente del sodalizio Giuseppe Staiano – acquisiremo le testimonianze ed i documenti che ci fornirà la famiglia per poi valutare se esistano le condizioni per inoltrare una denuncia alla procura della Repubblica, anche se sappiamo che i familiari sono contrari alla riesumazione del corpo per eseguire l’autopsia». È tranquillo, invece, il direttore sanitario degli ospedali riuniti della penisola sorrentina Raffaele Trapani che spiega: «La Tac sarebbe stata inutile considerato che la lesione toracica è stata immediatamente diagnosticata dai medici e l’esatta portata dei danni sarebbe risultata solo al chirurgo in sala operatoria. Al momento del decesso si lavorava in rianimazione per stabilizzare le condizioni del paziente mentre si contattavano i centri di chirurgia toracica per un suo trasferimento». (Massimiliano D’Esposito il Mattino)
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