mercoledì 25 marzo 2009
Nuove possibilità ma anche vincoli
Si chiama: «Misure urgenti per il rilancio dell’economia attraverso la ripresa delle attività imprenditoriali». È la bozza di decreto sul ”piano casa” che il governo ha inviato alle Regioni in vista dell’incontro di domani a Palazzo Chigi e del successivo varo al Consiglio dei ministri di venerdì. In tutto sono sette articoli. Un provvedimento ”succinto”, ma che contiene enormi novità e che, con procedure semplificate in deroga agli strumenti urbanistici vigenti, consente l’ampliamento di volume fino al 20% delle unità immobiliari private ultimate alla data del 31 dicembre 2008. Un tetto che sale al 35% nel caso in cui si demolisce il vecchio fatiscente edificio e se ne ricostruisce uno nuovo con tecniche costruttive di bioedilizia o fonti di energia rinnovabili. Basterà la Dia. Per poter effettuare gli ampliamenti di volume, - che in ogni caso, come prevede l’art.2 della bozza, non potranno «eccedere complessivamente il limite di 300 metri cubi per unità immobiliare» - basterà la denuncia di inizio attività, con l’asseverazione «sotto la propria responsabilità» del progettista. Ci si può mettere d’accordo con i vicini e utilizzare anche «l’aumento volumetrico spettante ad altra unità immobiliare contigua». Ok al cambio di destinazione. Gli interventi «possono anche consistere, in tutto o in parte, nel mutamento di destinazione d’uso, con o senza opere edilizie». Gli oneri. Se gli ampliamenti riguardano la prima casa «o gli interventi realizzati mediante la utilizzazione di tecniche costruttive di bioedilizia o di fonti di energia rinnovabili o di risparmio delle risorse idriche o potabili», si avrà uno sconto del 50% sul balzello che si deve ai Comuni per la costruzione. I vincoli. Non sono consentiti ampliamenti «nelle aree gravate da vincolo di inedificabilità assoluta». Sono espressamente citati i parchi nazionali, regionali e interregionali, le aree naturali e archeologiche. La stessa cosa vale per «gli immobili abusivi oggetto di ordinanza di demolizione e gli immobili privati situati su area demaniale». Per gli altri immobili soggetti a vincoli, compresi quelli dei centri storici, si dovrà mandare la richiesta alla Soprintendenza che avrà trenta giorni per rispondere. (gi.fr. il Mattino)
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