"I ritmi sono troppo lenti. Le liturgie sono stantie", lo scrivono a Bersani 49 senatori del Pd in disaccordo con la sua analisi del voto. Nella lettera, firmata anche da Ignazio Marino, si chiede al segretario un incontro immediato."Non intendiamo farci consumare addosso i prossimi 3 anni di legislatura". Bersani intervistato dal Tg3 (Asca) ribadisce la tenuta del partito e rispondendo alle critiche che si sono levate riafferma che ora l'impegno di tutti deve essere quello di radicare il partito nel territorio, un partito che fa del lavoro il suo tema qualificante. E' vero che il Pd ha bisogno di cambiare passo come hanno detto 49 senatori democratici? ''Il Pd ha bisogno di prendere il passo. Di prendere il passo per radicarsi come grande partito popolare. Partito fondato sul lavoro, partito della Costituzione, partito dellal nuova unita' del Paese. Partito di una alternativa a Berlusconi che in questo momento è in mano a Bossi e per far questo bisogna lavorare. Bisogna anche discutere, ma non guardarsi l'ombelico''. Di Pietro l'ha invitata a scegliere subito il candidato premier del centrosinistra, affermando nè io nè Bersani lo possiamo fare. E' d'accordo? ''Mi pare francamente un po' prematura questa discussione. Lo vedremo quando sarà il momento. Io sono convinto che tutti quanti assieme sceglieremo la persona che ci farà vincere. Di questo sono sicuro''.
La Bonino: nel Pd non tutti amici
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