martedì 24 maggio 2011

Impegno: «Luigi è stato uno tsunami, lo voto anche se non enterò in Comune»

Fonte: di Simona Brandolini da il Corriere del Mezzogiorno

Leonardo Impegno del Pd è il presidente uscente del Consiglio comunale. Leonardo Impegno, pur raccogliendo 2350 voti (non proprio poco), entrerà nell’aula di via Verdi solo se vincerà Gianni Lettieri. Dunque per chi voterà? «È una domanda superflua perché io voto de Magistris e farò la campagna elettorale per lui. I motivi sono due: il primo è che non voglio far vincere il centrodestra di Cosentino a Napoli, dopo che quella coalizione ha dimostrato scarsa capacità di governo in Provincia e in Regione. Il secondo è che con la vittoria di Milano e Napoli si volta pagina nel Sud e nell’intero Paese. Si può mandare a casa Berlusconi e il governo più nordista degli ultimi venti anni». Politicamente molto corretto, ma lei, senza apparentamento, non entrerà in Consiglio comunale. «Io ho sempre guardato alla battaglia generale e non al mio destino personale. Certo c’è tutto il tema di come un patto elettorale si trasformi in un’alleanza politica. Ma il Pd, con la schiena dritta, non deve rivendicare nulla. Ho apprezzato molto Orlando per questo».



Il Pd non rivendica nulla perché ha perso, ma de Magistris è tutt’altro che tenero con i democratici. «Se de Magistris riprendesse la proposta di offrire la presidenza del consiglio a Pasquino lo apprezzerei. Cosa c’entra? «C’entra, perché significherebbe che l’ex pm sente la responsabilità di dover creare un nuova alleanza. Questa proposta politica de Magistris la deve avanzare a Bersani e Orlando». Dove vuole arrivare? «De Magistris se ha avuto questo risultato è anche perché molti elettori del Pd lo hanno votato per punire il Pd». Nel Pd tira aria da Gerusalemme (Napoli) liberata. «De Magistris è stato uno tsunami, è riuscito anche nell’intento di rinnovare e dare una scossa al Pd. Noi ci abbiamo provato dall’interno, ma con pessimi risultati». Quando? «La segreteria di Emma Giammattei, quella di Gino Nicolais, la sua candidatura alla Provincia, la candidatura di Enzo De Luca alle regionali, la mia candidatura alla segreteria regionale. E anche quella di Ranieri. Purtroppo tutte queste tappe non sono riuscite ad invertire la rotta. il cambiamento è venuto dall’esterno. Ora serve un ragionamento nel Pd e un’analisi interna al centrosinistra». Ma è possibile che nessuno, a Roma e a Napoli, si fosse accorto che il sistema era imploso? «In ritardo il Pd nazionale ha compreso che con Bassolino non si vince più. C’è stato un episodio, in campagna elettorale, che mi ha fatto aprire gli occhi». Quale? «La migliore propaganda per de Magistris è stata la foto di Morcone tra Bassolino e Cozzolino. Lì si è infranta la speranza che il prefetto, che pure dobbiamo ringraziare per la sua generosità, potesse essere l’uomo della svolta. Ho incontrato centinaia di persone che mi hanno annunciato il loro voto a de Magistris: l’elettorato ha pensato che il cambiamento non potesse venire dall’interno». Gli elettori sono sempre un passo avanti. «È una lezione. Che ci deve far capire che dopo questo minimo storico, il 16 per cento, bisogna ricostruire il Pd mettendo insieme una classe dirigente preferibilmente giovane». Cioé? «Basta con i capibastone. Siamo già oltre il quindicennio, il destino del Pd è già nelle mani di una nuova generazione. Non dico un passo indietro, ma almeno facciano un passo di lato. I protagonisti di questi anni non possono rifondare il Pd». Non c’e il rischio che i consiglieri di area bassoliniana non facciano votare per l’europarlamentare Idv? «I capibastone non possono più dettare le regole del gioco. E più forte la domanda di cambiamento. Siamo oltre, non dipende più da loro». Con Gino Nicolais ci riuscirono. «Ora è diverso. De Magistris è stato in grado, al di là dei partiti, di rappresentare la domanda di cambiamento. Lui è fuori dal sistema, che non significa bypassare il rapporto con le forze di centrosinistra». Il centrosinistra… Perché un elettore dovrebbe votare il centrosinistra?«Perché significa dare una botta a questo governo che ha umiliato il Sud, ha saccheggiato i fondi Fas propinandoci solo bugie. E pensare che Napoli ha grandissime potenzialità: Roma ad un’ora di distanza o per esempio basterebbe scavare quattro metri nel porto perché il flusso di container passi da 800 mila a un milione e mezzo». Come si definisce? «Riformista e democratico». Ha letto Macaluso sul Riformista? La sintesi è questa: bisogna votare de Magistris montanellianamente, ma non gli si possono affidare superpoteri. Altrimenti è inutile parlare di ricostruzione dei partiti. «Sono d’accordo con Macaluso: sulle vicende programmatiche bisogna davvero lavorare. Un esempio? Bagnoli: se viene un imprenditore e dice bisogna cambiare qualcosa, noi cambiamo o ci arrocchiamo sulle vecchie posizioni ideologiche? Bisogna discutere su come in un anno si raggiunge il 75 per cento di raccolta differenziata, altrimenti è propaganda». Lei è per realizzare l’inceneritore di Napoli est? «Io sono per quello che la legge prevede». La legge lo prevede. «La cosa più importante è l’impiantistica di supporto per la differenziata». Acqua pubblica? «Sì». Lei è a metà del guado. «Credo che de Magistris per forza di cose si dovrà confrontare con i problemi reali di questa città e non potrà non tenere conto del Pd che tiene dentro la cultura riformista, liberale e di governo allo stesso tempo». Un rammarico? «Non è proprio il massimo che le forze che hanno raccolto solo il 16 per cento dei voti possano avere il 55 per cento della rappresentanza. Ma, come si dice, è la democrazia, bellezza».

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