lunedì 1 luglio 2013

Esplode motoscafo, feriti zio e nipote. Scoppia il panico sulla spiaggia affollata

Fonte: Salvatore Dare da Metropolis 

Piano di Sorrento - Spiagge affollate ovunque. Le fiamme si alzano alte all’improvviso. Un motoscafo esplode a poca distanza dalla riva. Tanti turisti. Sole cocente. Acqua pulita. Nessuna rissa fra giovani, né un cellulare sparito sull’arenile. Sembrava tutto perfetto. Almeno fino alle 16. Poi bum. Un boato incredibile. Fumo nero, denso, che avvolge in pochi secondi il borgo dei pescatori di Marina di Cassano e fa subito pensare al peggio. Lo vedono tutti. Anche chi è piazzato sui lettini dei lidi più «inn» di Sorrento si accorge che qualcosa non quadra.Scatta l’allarme perché c’è un motoscafo che va a fuoco, inghiottito dalle fiamme. Una bella barca di 8 metri. E il porto di Piano di Sorrento sembra diventare il set di una pellicola americana. Nessuna finzione, nessun effetto speciale. Due autobotti dei pompieri, vigili urbani, carabinieri, poliziotti, guardia costiera, l’associazione «Soccorso amico»: ci sono tutti. Poi arrivano i sanitari del 118. Due feriti, trasportati d’urgenza all’ospedale «Santa Maria della Misericordia » di Sorrento. Controlli rapidi e lo spettro peggiore che sfuma di colpo: solo qualche ustione di secondo grado, prognosi di 20 giorni. E vengono dimessi, da miracolati. Perché lì, in mare, potevano perdere la vita. Sotto gli occhi di bagnanti e diportisti. E’ la domenica di paura andata in onda a Piano di Sorrento. Un paio d’ore vissute col cuore in gola almeno fino a quando dall’ospedale non sono arrivate notizie confortanti. Poteva andare peggio. Per fortuna solo qualche bruciatura: ha visto la morte in faccia una famiglia di Cercola che, ieri pomeriggio, ha raggiunto il porto di Marina di Cassano a bordo del proprio motoscafo. Doveva essere un «mordi e fuggi». Una breve sosta per il pieno di carburante e ripartire all’assalto delle onde. Ed invece ci stava per scappare il morto. Sul motoscafo c’erano quattro persone: al timone il proprietario (55 anni) in compagnia di figlio (25), nipote (22) e un amico di Portici (20). Hanno «puntato» il distributore, è iniziato il rifornimento e quando il display ha «contato» 138 euro di benzina è esploso il serbatoio dell’imbarcazione. In quel momento, sul motoscafo, si trovavano solo il proprietario e il nipote. Si sono salvati perché erano a prua. Lambiti dalle lingue di fuoco, si sono gettati in mare e hanno guadagnato la riva grazie all’aiuto di alcuni bagnanti. Guaribili in 20 giorni sia le ferite alla schiena del 55enne che le ustioni a viso e braccia del ragazzo. Illese le altre due persone: il figlio del «comandante» dello scafo e un amico.
 
La pista su cui stanno lavorando gli uomini della Capitaneria di porto è semplice: probabile che, nel corso del rifornimento, sia stato acceso il contatto dell’imbarcazione per valutare quanto carburante servisse ancora per il pieno. Quindi una scintilla dal vano motore e il patatrac. Un’ipotesi, almeno fino quando i militari – con l’ausilio dei vigili del fuoco – non concluderanno i rilievi sul motoscafo, rimasto semi-affondato nelle acque di Marina di Cassano. E’ servita un’ora per domare le fiamme, alimentate dal vento e dal carburante che spuntava fuori dall’impianto di distribuzione come fosse una fontana. Fondamentale l’intervento di una motovedetta della Guardia costiera, dotato di attrezzature antincendio, in azione con l’apporto di un gommone. E pensare che, nel corso dei rilievi, è spuntato anche un altro particolare. L’impianto antincendio del porto non è entrato in funzione. Non perché sia rotto, ma a causa dell’eccessivo carico di energia che d’estate l’Enel «succhia» l’intero borgo. Troppe utenze e bocconi off-limits. Servirebbe una cabina che, per ora, non c’è ancora. Salva dall’inquinamento l’intera baia: con panne galleggianti, è stata delimitata l’area dove c’è stata l’esplosione. Un modo come un altro per evitare che il carburante potesse espandersi e dare una mazzata alla salubrità delle acque.

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