venerdì 13 maggio 2016

Intervista al Sindaco Benedetto Migliaccio

Vico Equense - Ci dà in un fatto – per lei rilevante – la cifra di questo suo anno alla guida del Comune? Aver coinvolto e fatto conoscere una nuova Vico colta, raffinata ed attenta a tanta bella gente, che prima passava solo per un gelato o una pizza, ed ora ci tornerà volentieri e con rispetto: partiamo dal Convegno sulle Architetture Rurali, all’ esposizione “Il Paesaggio mediterraneo di Vico” alla sala dorica di Palazzo Reale, dalla cerimonia di abbattimento dell’ Ecomostro di Alimuri agli studenti accorsi al festival della Filosofia su Gaetano Filangieri, dagli studiosi internazionali del Rinascimento Meridionale ai musicofili delle giornate dedicate a Padre Buondonno, fino agli amici napoletani, isolani e sorrentini che hanno riempito la Cattedrale al Concerto di Primavera; quando li incontro ancora ringraziano per aver visto sotto nuova luce una Vico sconosciuta ed affascinante. Bisognerà proseguire con la riscoperta di Monsignor Natale, con quella di Antonio Asturi. E’ una novità la stampa sorrentina che titola “Vico capitale della cultura”! Ed è una novità il rispetto conquistato presso la Sovrintendenza, l’ apertura di un Museo ed il programma per aprirne a breve un altro all’ eremo di Astapiana. Abbiamo aggiunto ragioni per venire a visitare la nostra città, oltre quelle tradizionali della cucina e del mare, paesaggio, storia e cultura. Invece, cosa avrebbe voluto fare e non è riuscito a fare? Il rilancio della Borgata di Seiano con un grande attrattore! Apprezzo il lavoro del Parroco, ma non basta; purtroppo bisogna far conto con egoismi, piccoli privilegi e preconcetti duri da attaccare! Per altre cose, come il rilancio del Faito, è indispensabile sottrarre la Regione dall’ antagonismo col Comune che sta affossando le giuste iniziative, anche chi non ha simpatico qualche amministratore vicano deve comprendere che è indispensabile la sinergia con gli Enti locali; ci vorrà tempo e determinazione. Così come risolvere il problema della Galleria S. Maria di Pozzano; abbiamo dato un segnale preciso, meritato rispetto, ma occorre lavorare in sinergia e con grande determinazione per rimuovere i danni gravissimi che oggi arreca alla città. Si è sentito ostacolato nella sua azione di governo? No, anzi! Ringrazio le opposizioni che hanno fatto sentire le ragioni della loro divergenza con intensità, ma senza riproporre quelle contrapposizioni personali ed ideologiche che in passato hanno fin troppo frenato il Paese. Poi, non si può essere simpatico a tutti. Esiste un solo grande “vulnus”, costituito dalla vicenda cooperative; abbiamo difeso le casse comunali ed i diritti degli occupanti gli alloggi, ma meschini calcoli egoistici hanno fuorviato le loro teste facendoli metter di traverso a loro stesso danno; comprendo però che è più facile dare ascolto a chi dice di non pagare nulla che a chi chiama le persone a dare il giusto contributo per chiudere una vicenda difficile.
 
Al termine di questi 14 mesi cosa resterà di quanto ha fatto e progettato Benedetto Migliaccio? Mi piace esordire dicendo “la Cattedrale più bella d’Italia, come lo è sempre stata”; tra ignoranza ed opportunismi mi sono sentito davvero solo nel far rimuovere quell’ insulto, ma non mi sarei mai fermato. Ringrazio ancora l’ onestà mentale del Sovrintendente prof. Garella per aver ordinato, come da noi richiesto con fermezza irremovibile, la riattintatura della facciata secondo le logiche dell’ architettura ed i colori della Storia. Sembra facile, ma non lo è stato per nulla. E poi il messaggio di fondo: conservare le tradizioni, la bellezza dei Monumenti e dei Paesaggi, e preservare la cultura e l’ arte. Ed un linguaggio finalmente internazionale, partito da Vico ed apprezzato anche in Provenza, ove ci aspetta a pieno titolo la Comunità dell’ Arco del Mediterraneo.

1 commento:

Unknown ha detto...

Tutte belle parole, ha fatto come Bassolino ai tempi del g8 (abbellimento piazza plebiscito e poi ha nascosto la spazzatura dei vicoli) invece il ns AMATO sindaco parla di cerimonie e abbellimenti dei monumenti e poi in collina non si può più andare in auto senza rompere una ruota o qualche danno maggiore