Fibrillazioni dopo l'incontro capitolino, prove di coalizione
di Claudio Mazzone - Il Corriere del Mezzogliorno
Napoli - Dal «campo largo» al «testardamente unitari», passando per il «modello Manfredi», il centrosinistra prova a costruire una coalizione anche in Campania. Dopo l'incontro di mercoledì scorso a Roma, tra il presidente uscente della Regione Campania Vincenzo De Luca e il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, la strada per vedere insieme tutti i soggetti politici del variegato mondo del centrosinistra campano alle prossime Regionali, delle quali ancora non si conosce la data, sembra sempre meno stretta. Tra i nomi più caldi per guidare la coalizione c'è quello di Roberto Fico. Sull'ex presidente della Camera, grillino della prima ora, la chiusura del governatore De Luca è sembrata, in queste settimane, netta e senza appello. «Il nome di Roberto Fico è fortemente divisivo - afferma il consigliere regionale Diego Venanzoni del gruppo "A testa alta con De Luca" -. Bisogna avere rispetto della colazione e dell'intesa nazionale, ma questo non deve precludere certo la possibilità di trovare un candidato condiviso». D'altronde i pentastellati sono da sempre all'opposizione di De Luca e non è facile dimenticare anni di scontri. «Se la coerenza è ancora un valore - ci tiene a sottolineare Venanzoni - bisognerebbe dire no all'M5S perché in questi 10 anni hanno letteralmente massacrato il presidente De Luca. Va bene la "colazione larga" ma il nome del candidato alla presidenza deve essere una sintesi vera e Fico non lo è».
C'è pero il modello del centrosinistra allargato che governa Napoli e che ha visto Gaetano Manfredi arrivare ai vertici dell'Anci e diventare un riferimento nazionale. «Anche il cosiddetto modello Manfredi - spiega Venanzoni - è un derivato dell'impostazione delle precedenti elezioni regionali. Le lezioni comunali a Napoli sono state vinte sulla spinta di De Luca e dell'esperienza regionale e questo non possiamo dimenticarlo e cancellare questi 10 anni». Il decennio di De Luca a Santa Lucia diventa dunque la base su cui costruire il futuro del centrosinistra. «Siamo da sempre aperti ad una coalizione ampia - dice il consigliere regionale e capogruppo di "De Luca Presidente" Carmine Mocerino -, l'importante è non disconoscere questi anni. Prima si costruisce la coalizione, si stila insieme un programma e poi si arriva alla scelta di un nome tra una rosa di candidati. Fare diversamente significherebbe buttare a mare quanto di buono fatto». Un percorso di confronto tutto ancora da fare. «Agli accordi - ricorda il consigliere - si arriva attraverso il dialogo. Noi non abbiamo nessuna preclusione sui nomi ma non vogliamo subire imposizioni». Un dialogo interno alla coalizione fondamentale anche per i socialisti. «Registro positivamente che stiamo andando nella direzione da noi auspicata - sottolinea Enzo Maraio, segretario nazionale del Psi -. Come socialisti abbiamo sempre perseguito l'allargamento della coalizione ai 5 Stelle, sul modello Manfredi, ripartendo dai 10 anni di De Luca. Tutti i nomi che girano, anche quello di Fico, sono autorevoli e saremmo pronti a sostenerli, però bisogna prima convocare un tavolo di coalizione per definire le linee programmatiche e le priorità che vogliamo mettere in campo e poi lavorare su un nome che deve essere condiviso». Serve, dunque, ancora qualche passaggio di pura liturgia politica. «Non è solo liturgia - spiega Maraio - sono le regole democratiche delle coalizioni alle quali crediamo. Non crediamo, invece, negli incontri one to one perché il confronto deve avvenire tra tutti i partiti della coalizione per poter assumere decisioni giuste e condivise».

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