sabato 26 luglio 2025

De Luca: «In Campania non è chiuso nulla Sulla scena nomi inadeguati»

Il governatore attacca anche Ricci e Decaro. Sulla Coppa America: «Se continua così, finirà a Poggioreale», ira di Gasparri 

di Simona Brandolini - Il Corriere del Mezzogiorno 

Furia De Luca. Per dare il benvenuto ai 5Stelle nella coalizione: «Non vedo sulla scena nomi di persone adeguate per capacità, esperienza e competenza a ricoprire i ruoli ipotizzati». Non «possono essere calpestati i diritti dei territori» e, aggiunge, «non può essere accettata a scatola chiusa qualunque proposta che viene avanzata» anche se è «sacrosanto» voler costruire un'alternativa alla destra e al governo Meloni. «Quindi se si ritiene, nell'ambito di questo ragionamento, che il candidato presidente debba essere espresso dal partito X lo stesso partito deve avere anche il buon senso, il garbo e l'umiltà di proporre una rosa di nomi e di confrontarsi sulle proposte. Non si può dire: prendetevi il mio candidato a scatola chiusa». Quindi avverte: «Non è chiuso niente in Campania, anche se io non decido». Ce l'ha, come sempre, con «le caste romane», con la «politica politicante». Con le «brave persone», «che piangono e fottono», con i «preti spretati». Ma anche con gli «opportunisti che si nascondono dietro le spalle di De Luca e non parlano. Io non farò più da scudo a nessuno. Mi sono stancato di fare da paravento a tutti gli opportunisti. Lo dico perché sento mugugni e lamenti, gente che mi dice: ma davvero volete mettere quello che non ha né arte né parte? Ditelo, parlate altrimenti andate al diavolo e tenetevi quello che passa il convento».

È una bella tirata d'orecchi ai suoi. Che pur non condividendo la scelta di Roberto Fico, però, non lo dicono. Questa è la sostanza del discorso. La sfuriata A Roma questa ennesima sfuriata non viene accolta come uno strappo dell'accordo. Che è saldo, dicono. Questo è solo «cinema» o più diplomaticamente «normale amministrazione». Ad aver lasciato di stucco più d'un dirigente nazionale del partito è l'intemerata deluchiana contro Matteo Ricci (candidato nelle Marche) e Antonio Decaro (in pole per la Puglia). È questa parte che insospettisce. E fa pensare che il governatore ormai ha messo una pietra sulla Campania (l'accordo prevede, tra l'altro, che il figlio Piero diventi segretario regionale) e stia guardando al congresso straordinario post Regionali annunciato dalla segretaria Elly Schlein. Ha minacciato molte volte di candidarsi alla segreteria, anche in passato, forse questa è quella buona? Il voto Torniamo alle elezioni e ai tormenti della coalizione. La premessa rispetto all'avviso di garanzia arrivato all'ex sindaco di Pesaro è la seguente: «Per me è nulla e si deve andare avanti ma nello specifico c'è un problema che dovrebbe preoccupare sia il Pd sia la coalizione: Ricci è parlamentare europeo a 20 mila euro al mese, la domanda che si pongono i cittadini normali è quando tu decidi di candidarti in queste condizioni te l'ha prescritto il medico di farlo? Siccome hai già una tua attività politica è indispensabile mantenere un elemento di preoccupazione nella campagna elettorale? È questo interrogativo che va rivolto ai segretari nazionali dei partiti». Poi riguardo al Pd parla di «doppiezza» e «incoerenza». Affronta il nodo Puglia «ancora più grave». «Decaro è un altro europarlamentare, fa parte della categoria brave persone e preti spretati. Decaro si è candidato con Annunziata nella circoscrizione meridionale, dopo un anno decide di dimettersi. La domanda che viene posta: ma la correttezza nei confronti degli elettori ha valore o no? Ricordo che in quella campagna elettorale era in lacrime per l'aggressione al Comune di Bari, grande solidarietà, dopo un anno è tutto finito e poi vogliono decidere anche chi non far candidare per non fargli ombra. Le brave persone». Le regate C'è, infine, un ultimo capitolo e riguarda l'America's Cup. La Regione è stata tenuta fuori dal comitato. Il governatore: «Quando mi hanno chiesto dell'America's Cup, ho detto che se si va avanti così, si concluderà a Poggioreale». Spiega: «Abbiamo appreso qualche mese fa che si stava facendo l'America's Cup, che è un evento straordinario che può mettere in moto un'economia, la Regione non ha chiesto niente, sulla cafoneria di diversi esponenti istituzionali per me non è una sorpresa, ho saputo dai giornali che c'è comitato promotore di cinque persone, tre dal governo, uno dal Comune di Napoli, che mette solo il cappello e un altro esponente di Sport e Salute». Ma la prima frase di De Luca spazientisce e non poco la maggioranza. Il presidente dei senatori di FI, Maurizio Gasparri su tutti: «Evocare il carcere per gli organizzatori neozelandesi rischia di mettere a rischio la assegnazione della Coppa America a Napoli. Le dichiarazioni del presidente De Luca non aiutano la città e produce un senso di insicurezza. Se poi vediamo che queste dichiarazioni arrivano il giorno dopo che il Parlamento ha bocciato un emendamento anche a firma del figlio di De Luca con il quale si voleva consentire alla regione di nominare un membro nel comitato della manifestazione ci chiediamo se non possa richiamarsi la favola della volpe e dell'uva» .

Nessun commento: