Vico Equense - Due mesi. È questo il lasso di tempo trascorso dall'emissione dell'ordinanza comunale che imponeva la messa in sicurezza, con interventi di consolidamento della sottostante scarpata, per evitare ulteriori cedimenti dovuti alla costante erosione del terreno al di sotto di un pino alla spiaggia del Pezzolo. Nessun abbattimento o taglio, ma messa in sicurezza di un albero sano, che non è di proprietà della nuova struttura ricettiva, che da alcuni mesi ha aperto i battenti. Nonostante l'atto formale dell'amministrazione avesse riconosciuto lo stato di pericolo per la pubblica e privata incolumità, ad oggi, la situazione rimane drammaticamente invariata. Il grosso esemplare incombe su un'area di passaggio, che in un primo momento era stata transennata con una rete arancione portata via dalle onde del mare. L'ordinanza, un documento che per definizione dovrebbe avere carattere di urgenza ed esecutività, è rimasta lettera morta. La vicenda del Pezzolo non è solo un fatto di cronaca locale, ma diventa l'emblema di un'inerzia burocratica che mina la fiducia nelle istituzioni. "A cosa serve emettere un'ordinanza se poi nessuno si preoccupa di farla rispettare?", si chiede un residente della zona, che preferisce restare anonimo. La responsabilità di garantire l'esecuzione dell'atto ricade, a seconda dei casi, sul proprietario dell'area e, in ultima istanza, sugli uffici comunali e sulla Polizia Municipale, preposti alla vigilanza. L'immobilismo, in una situazione di rischio conclamato da un atto ufficiale, espone l'Ente a gravi responsabilità civili e penali in caso di crollo e conseguenti danni a persone o cose. La sicurezza dei cittadini non ammette ritardi burocratici o rimpalli di responsabilità. La Marina del Pezzolo attende risposte e, soprattutto, azioni concrete prima che la natura faccia il suo corso, trasformando una negligenza amministrativa in una tragedia evitabile.

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