giovedì 18 gennaio 2018

Turisti in aumento: stop solo per gli incendi di luglio

Il presidente dell'ente Parco «Un miracolo, l'estate dei roghi aveva quasi azzerato le visite» 

Fonte: Francesco Gravetti da Il Mattino

La corsa verso il cratere del Vesuvio di turisti e visitatori continua. Il cosiddetto "Gran Cono", il sentiero che porta direttamente alla bocca del vulcano, nel 2017 è stato visitato da 610300 persone. A loro vanno aggiunte almeno altre 400mila persone che hanno battuto gli altri sentieri, per percorrere i quali il biglietto non si paga. Fanno circa un milione di turisti: un dato che conferma che il Vesuvio è il sito naturalistico più visitato d'Italia, nonostante un'estate difficile, fatta di roghi sistematici e di un'aggressione violentissima alla vegetazione. Proprio i numeri dell'estate sono quelli che hanno portato al segno "meno" rispetto al 2016, quando i biglietti staccati furono 667976, cioè poco meno di 60mila in più rispetto all'anno appena finito. È stato luglio il mese più disgraziato: sul cratere sono salite appena 32451 turisti, mentre a luglio dell'anno precedente erano stati 89427. Un calo sicuramente dettato dagli incendi, che peraltro costrinsero l'ente Parco a chiudere il sentiero di accesso al Gran Cono: anche volendo, dunque, salire era impossibile. E, peraltro, un altro accesso al cratere, la strada Matrone di Boscoreale, è ancora off limits dall'estate, proprio perché devono essere fatti i lavori di riqualificazione dopo i danni successivi ai roghi.
 
Nonostante ciò, però, l'attrazione nei confronti del cratere è rimasta intatta: già ad agosto gli accessi sono stati 70983 e a settembre 74776. Rispetto all'anno precedente sono stati comunque meno (99352 ad agosto 2016 e 81458 a settembre 2016), ma è impossibile non notare che, finita l'emergenza incendi, i biglietti venduti si sono subito più che raddoppiati. Ad ottobre, poi, il sorpasso rispetto allo stesso mese dell'anno prima: 73671 nel 2017 e 71671 nel 2016. Buono anche il dato di novembre; 21768 accessi Negativo quello di dicembre quando il freddo ha scoraggiato gli escursionisti e sono stati venduti soltanto 5328 tickets. Prima delle fiamme estive, poi, era stato registrato il miglior dato di sempre: nel solo mese di aprile al Gran Cono erano arrivati 102779 turisti e a maggio 92602. Insomma, il parco Vesuvio stava avviandosi verso il record quando i roghi hanno fermato tutto, mettendo in crisi il comparto turistico. Alla luce di questi numeri, il presidente dell'ente Parco mostra ottimismo e fiducia: «C'è stato un mezzo miracolo, considerato quello che abbiamo vissuto estate. E tuttavia i numeri ci dicono che il parco Vesuvio non è affatto in ginocchio, che l'economia del turismo continua a funzionare e che il vulcano continua ad essere amato e frequentato da un numero impressionante di persone, che provengono da tutto il mondo. Alla crisi di questa estate stiamo rispondendo con il grande progetto Vesuvio, il piano di investimenti che ci consentirà di riqualificare l'intera rete sentieristica ed aumentare l'offerta turistica. Intanto, possiamo affermare che la situazione è ancora positiva e che tende a migliorare». Il problema da risolvere resta tutto ü territorio intorno al cratere: i cosiddetti siti minori che non reggono il ritmo del Gran Cono ma che comunque potrebbe essere di interesse turistico. Dalle chiese di Ottaviano ai siti storici di Somma Vesuviana, passando per le aree naturali di Terzigno, Boscoreale, Trecase. I tour operator preferiscono inserire la visita al Gran Cono accanto a quella a Pompei e Sorrento, tralasciando questi poso. Casillo ammette: «Si deve lavorare ancora ma stiamo comunque parlando di luoghi dove non si paga il biglietto: contare i turisti che vi accedono è più difficile. Possiamo supporre che siano meno del cratere, ma io resto dell'idea che si tratti di un numero considerevole. Dobbiamo comunque creare un sistema che metta tutto in rete e tenga il turista il maggior tempo possibile nell'area del Parco nazionale del Vesuvio».

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