lunedì 19 febbraio 2024

Sette fucili abbandonati in collina erano destinati ai narcos dei Lattari

di Dario Sautto - Il Mattino 

Gragnano - Ammassati in alcuni sacchi e abbandonati nei pressi di un fondo agricolo a due passi da uno dei sentieri per le colline dei Monti Lattari. A prima vista sembrava quasi spazzatura, di quella che spesso viene sversata illegalmente ai bordi delle strade. Invece, all'interno di quei sacchi, i carabinieri della stazione di Gragnano hanno trovato 7 fucili rubati appena tre giorni prima sempre nella cittadina gragnanese. Un piccolo arsenale, sottratto ad un cacciatore che deteneva regolarmente quelle armi e che aveva denunciato il furto avvenuto nella notte tra il 13 e il 14 febbraio. Qualcuno si era introdotto in casa e aveva portato via le sette carabine per la caccia e circa 200 cartucce di vario calibro a palla spezzata, per poi sparire nel nulla, portando via anche del denaro. Le indagini dei carabinieri non si erano mai fermate, alla ricerca degli autori del furto da migliaia di euro, che sarebbe servito probabilmente ad armare i gestori delle piantagioni illegali di canapa indiana che in estate spuntano sulle colline dei monti Lattari. Un'ipotesi, questa, sulla quale saranno effettuati ulteriori accertamenti. 

L'ARSENALE 

Nel frattempo, però, i controlli del territorio hanno portato al ritrovamento delle armi. I carabinieri della stazione di Gragnano li hanno trovati nascosti in sacchi di nylon e in uno zaino mimetico lungo via Caprile, nella zona collinare gragnanese, a due passi da uno dei sentieri che si inerpica verso le cime dei Lattari. Durante un servizio di controllo del territorio, i carabinieri hanno notato i sacchi a ridosso di un fondo agricolo senza recinzione. A prima vista sembravano rifiuti, ma l'esperienza dei militari ha suggerito di verificare con maggiore attenzione. All'interno sono stati ritrovati proprio quei 7 fucili rubati e che i carabinieri stavano cercando. Le armi, perfettamente oliate e funzionanti, sono state sequestrate e saranno sottoposte ad accertamenti balistici e dattiloscopici per verificare se siano state utilizzate in fatti di sangue, prima di essere restituite al legittimo proprietario che ne aveva denunciato il furto. Difficile che quei fucili potessero essere rivenduti a cacciatori della zona, è più probabile che qualcuno avesse commissionato il furto per armare i gestori e i «controllori» delle piantagioni della zona, che in primavera cominciano tutte le attività e «bonificano» la zona anche da animali selvatici come i cinghiali che rischiano di rovinare anche le coltivazioni illegali. 

LE PIANTAGIONI

Probabilmente, i carabinieri sono passati in zona prima che arrivasse il «proprietario» di quei fucili rubati per portarli poi in montagna. Negli anni scorsi, infatti, non lontano dalle piantagioni illegali, molto spesso i carabinieri hanno sequestrato veri e propri arsenali, quasi sempre composti da fucili da caccia, spesso modificati, nascosti appena sotto terra, in capanni di fortuna lungo i sentieri o all'interno di tronchi cavi. Fucili da caccia che vengono utilizzati per tenere gli animali ed eventuali curiosi lontani dalle coltivazioni della camorra che, praticamente a costo zero e grazie al microclima della zona, riescono a ricavare grosse somme di denaro producendo marijuana da rivendere nelle piazze di spaccio della zona.

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