martedì 20 febbraio 2024

Matrimoni a «La Sonrisa» ora fioccano le disdette

I dipendenti: futuro incerto. Preoccupazione dopo la confisca del Castello delle Cerimonie

di Gimmo Cuomo - Il Corriere del Mezzogiorno

Sant'Antonio Abate - Grande incertezza regna non solo tra i dipendenti, ma anche sui clienti del Grand Hotel La Sonrisa, il Castello delle Cerimonie della famiglia Polese confiscato nei giorni scorsi alla fine di una lunga vicenda giudiziaria per abusi edilizi. Anche in virtù della notorietà raggiunta dalla struttura grazie alla fortunata serie televisiva «il boss delle cerimonie», tantissimi futuri sposi hanno infatti prenotato con largo anticipo i loro festeggiamenti. Molti di questi, dopo la diffusione della notizia del provvedimento giudiziario che di fatto sancisce lo stop dell'attività hanno preferito dare disdetta per considerare le alternative. Altre coppie invece non si arrendono e sperano di poter coronare il loro sogno proprio al Castello, con la benedizione di donna Imma, la figlia di don Antonio, il fondatore. Del resto le prenotazioni, almeno formalmente non sembrano bloccate. Fino a ieri sera per esempio su un sito specializzato si poteva bloccare una camera. Per fare un esempio concreto, il soggiorno dal 7 al 9 maro prossimi (due notti, con «favolosa colazione inclusa») era regolarmente in vendita al prezzo complessivo di 304 euro, incluse tasse e costi. Ma i maggiori motivi di preoccupazione riguardano il futuro dei dipendenti dell'albergo. In tutto sono circa 150.

 

A questi si devono aggiungere gli operatori dell'indotto e i fornitori. Che adesso temono di ritrovarsi da un giorno all'altro senza un lavoro. La tensione è dunque alta. Ieri mattina in molti si sono ritrovati sotto al Comune di Sant'Antonio Abate. Loro intenzione era esporre alla sindaca Ilaria Abagnale il loro disappunto per la notizia arrivata, nonostante il procedimento in corso da anni, come un vero e proprio fulmine a ciel sereno. «Abbiamo appreso - spiega una dipendente - solo dai media della sentenza che riguarda la nostra fonte di lavoro. Stiamo vivendo momenti di profonda angoscia ed incertezza perché vogliamo continuare a lavorare. Tra di noi ci sono famiglie che pagano un mutuo, il fitto di casa, che hanno figli da mantenere all'università. Vogliamo essere rassicurati sul nostro futuro». La sindaca non era presente in municipio. I protagonisti del raduno non hanno inscenato alcuna manifestazione. Contano di essere ricevuti al più presto, verosimilmente già giovedì, per apprendere quale sarà la propria sorte. La struttura confiscata sarà infatti acquisita al patrimonio del comune abatese. Di fronte alla sentenza della Corte di Cassazione che ha reso esecutiva la confisca non è per sua natura soggetta a impugnazione. Pare che la famiglia Polese stia valutando la possibilità di ricorrere alla Corte di giustizia europea. Nelle more della notifica del provvedimento, l'attività alla Sonrisa va avanti. Anche ieri la struttura ha ospitato un evento. Per funzionare a pieno regime la struttura fa conto su una macchina organizzativa notevole. Nello staff aziendale figurano varie e qualificate professionalità. Anche il MasterChef Antonino Cannavacciuolo, tre stelle Michelin a Villa Crespi e presente in tutta Italia, anche nella sua Vico Equense, con locali di successo, non ha mai nascosto di aver mosso i primi passi proprio nella cucina dell'albergo abatese, al quale il padre Andrea, docente all'alberghiero, prestava una collaborazione. Ora bisogna gestire la pressione dei promessi sposi che hanno già bloccato la struttura per il giorno del fatidico sì. «Ci sono coppie - aggiunge la dipendente - per le quali sono già organizzate cerimonie nuziali da qui ai prossimi mesi. Hanno fatto partire le partecipazioni e hanno investito tanto sulla festa per il loro giorno più bello. Ci chiedono cosa sta succedendo. E noi, che abbiamo sempre rispettato la clientela accogliendola e assistendola con grande attenzione e impegno, per la prima volta siamo costretti a rispondere con vaghezza. Chiediamo che le istituzioni ci aiutino: abbiamo bisogno di certezze sul nostro lavoro. Non è un bel messaggio quello che stiamo dando. Ne vale anche dell'immagine della nostra città, diventata famosa nel mondo proprio grazie al servizio che diamo con la Sonrisa».

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