giovedì 14 febbraio 2008
Di Lello: caro Bassolino, ha vinto il partito dei no
Dopo aver sostenuto per otto anni il governo Bassolino. Dopo essere stati al fianco e in giunta, i socialisti «passano all'opposizione». Annunciano di lavorare per «lo scioglimento del consiglio regionale », aprono il caso Ganapini e parlano di «incompatibilità » per De Masi. Assessore Di Lello. «Prego, avvocato». Non le sembra di tradire un percorso politico e umano? «Veramente rivendico una coerenza. Dal primo all'ultimo giorno. Se noi oggi abbiamo deciso di uscire dalla maggioranza è perché non c'è una strategia. Bassolino ha occupato solo caselle libere, ma i nodi della sanità e dei fondi europei sono tutti là ancora da sciogliere. Quindici giorni fa abbiamo prodotto un documento in cui subordinavamo la nostra presenza a tre condizioni. Nuova giunta, primarie subito ed elezioni anticipate. Non abbiamo ricevuto risposta. Se Bassolino ci avesse proposto una giunta del presidente avremmo potuto sostenerlo, ma visto che rimane una giunta politica, con un bicolore Pd e Cosa rossa, mi pare evidente che non ci sono più le condizioni. E poi quante contraddizioni ». Per esempio? «La scelta di Ganapini all'Ambiente. Noi socialisti abbiamo contestato sempre a Bassolino l'essersi arreso dinanzi al partito del no ed è paradossale che, nonostante i risultati di quella incapacità di scelta siano sotto gli occhi del mondo, si metta sul ponte di comando un uomo del no. Un caso di sindrome di Stoccolma: ci si innamora del proprio aguzzino». Ma lei conosce Walter Ganapini? «So che è un personaggio molto contestato. Ma mi è bastato leggere le sue dichiarazioni di qualche giorno fa. Diceva di essere contrario al termovalorizzatore di Acerra. Non mi sembra un bel biglietto da visita. È la persona sbagliata nel posto sbagliato, anche se cambia idea». Secondo lei perché il governatore lo ha scelto?«È incomprensibile, ma in realtà è un tentativo di mutuare vecchi schemi. A lui è sempre piaciuto andare controcorrente ». Cosa pensa del suo successore, il noto sociologo Domenico De Masi? «Per questione di stile non vorrei commentare, gli auguro un buon lavoro, do per scontato che valuterà lui stesso l'incompatibilità con le sue due cariche ». Presidente della Fondazione Ravello e del Parco del Cilento? «Esatto. Ma gli faccio gli auguri, ne ha bisogno ». Ci dice se siete stati voi socialisti ad andare via o il governatore a cacciarvi? «Noi non abbiamo accettato le sue proposte». Fuori dalla Regione e anche da Comune e Provincia? «In realtà al Comune siamo su posizioni critiche da un anno. Rimane il nodo Provincia che verrà sciolto nei prossimi giorni». Ma lei non era il più bassoliniano degli assessori? «Il tema è che Bassolino non è più bassoliniano. Da anni dico che lui si è fatto ingabbiare da Mastella e De Mita e abbiamo visto i risultati. Ora cerca di replicare se stesso a quindici anni di distanza, perdendo la carica innovativa. D'altra parte non si può rimanere a governare per tanto tempo senza essere conservatori. Doveva andare via tre anni fa. Glielo consigliai, purtroppo per lui non lo ha fatto. Ha perso l'ultima occasione. Perché la maggioranza che lo ha eletto non c'è più». Restano i consiglieri dell'Idv. Eppure Di Pietro aveva chiesto la testa di Bassolino, no? «Vediamo se hanno un briciolo di coerenza». (Simona Brandolini – Cormez)
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