venerdì 17 luglio 2009

Allarme schiuma in Costiera, fuga dal mare

Gli esperti: effetto delle correnti. Il Wwf attacca: è inquinamento. Spazzamare pronto a entrare in azione

Sorrento - Il mare in Costiera? «Non è limpido, non è cristallino», raffiche di segnalazioni che partono dai bagnati alimentano un’onda lunga di polemiche. «Mare sporco, probabilmente inquinato», per il Wwf. «La purezza delle nostre acque è stata certificata e premiata», la replica tenace di Lello Staiano, assessore al Turismo di Massa Lubrense, l’unico Comune della provincia di Napoli autorizzato ad esporre la Bandiera blu, l’ambito riconoscimento assegnato dal Fee–Foundation for Enviromental Education. Una difesa d’ufficio sostenuta anche dai risultati delle analisi eseguite dell’Arpac: non c’è inquinamento. L’ondata di patina schiumosa, che prima compare e poi si dissolve, sarebbe dovuta al gioco delle correnti marine. E, per il momento, non è stata individuata la sua provenienza. Nel «mare delle polemiche», l’intervento dei vertici della Riserva marina protetta di Punta Campanella: non c’è alcun pericolo d’inquinamento, ma dal prossimo weekend vara lo spazzamare. A far scattare le proteste dei bagnanti è una patina schiumosa, spesso accompagnata anche da rifiuti ben visibili sulla superficie dell’acqua, nel tratto di mare che va dal versante del golfo di Salerno, nel cuore della Riserva marina di Punta Campanella, orgogliosa di vantare la Bandiera blu conferita a Massa Lubrense, fino a Vico Equense. Accade lì dove, tra l’altro, gli interventi di restyling degli impianti hanno migliorato le prestazioni dei depuratori, gli ultimi esempi a Marina del Cantone e a Marina Grande. Lo confermano i vertici della Gori, l’azienda che gestisce il ciclo delle acque in penisola sorrentina e nell’isola di Capri, dopo un incontro tra il presidente dell’Ente d’ambito Sarnese-vesuviano Mario Sorrentino, con il direttore generale dell’azienda, Giovanni Paolo Marati ed il responsabile delle strutture di depurazione Giovanni De Simone. Su questo fronte, la Gori ha fornito ampie assicurazioni sul corretto funzionamento degli impianti. E per garantire una più efficace tutela della risorsa mare, l’ente sta per avviare un tavolo di concertazione tra tutti i soggetti istituzionali interessati. «Con queste iniziative – spiega Mario Sorrentino – vogliamo confermare come prioritaria la scelta della tutela del mare e, più specificamente, della penisola sorrentina e dell’isola di Capri, come patrimonio di tutti e che tutti siamo impegnati a conservare». Un primo passo in tale direzione sarà costituito dalla redazione di un vademecum di tutela dell’ambiente, attraverso una diffusa sensibilizzazione e partecipazione delle popolazioni interessate. Una situazione inspiegabile, quindi, che alimenta lo sconforto dei bagnanti e dei titolari degli stabilimenti balneari, costretti a fronteggiare proteste continue e variegate. «A chi ci chiede spiegazioni, soprattutto a mamme preoccupate – spiega Andrea Scala, titolare dello stabilimento dello Scrajo - facciamo leggere i dati ufficiali dell’Arpac relativi ai prelievi del primo luglio. Spieghiamo anche che non ci sono comunicazioni ufficiali in merito e che dopo il caso del depuratore di Cuma si sta assistendo ad un crescente tam-tam allarmistico». Lo Scrajo è il lido preferito di tante famiglie per il continuo ricambio di acqua attraverso le sorgenti termali che sgorgano a mare, ma la crisi non lo risparmia. «Anche noi registriamo un calo del 30 per cento del numero degli ingressi – aggiunge Andrea Scala – L’allarme in atto non favorisce una ripresa dell’affluenza». (Antonino Siniscalchi il Mattino)

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