di Antonino Siniscalchi - Il Mattino
Sorrento - La noce è il frutto di un albero che ha stimolato enormemente la fantasia delle generazioni passate, ed è classificato in due specie principali: la "Juglans regia" e la "Juglans nigra". La prima ha origini persiane, mentre la seconda proviene dal Nord America, tuttavia oggi in commercio ci sono molte varietà di cultivar di noce, delle quali una molto pregiata è la celebre "Noce di Sorrento", chiaramente originaria della Penisola, ma attualmente coltivata anche nell'agro acerrano-nolano, nell'area flegrea, nel vesuviano e, ancora, all'interno della Campania, come nell'area del Taburno e della Valle Caudina. Proprio in questa zona appenninica è sorta la sua leggenda più famosa, quella dell'albero di noce di Benevento, una pianta antica e frondosa consacrata al dio germanico Odino, intorno alla quale si riuniva una comunità di Longobardi stanziati nei pressi della città sannita a partire dal VI secolo. «Quei riti prevedevano che si appendesse al noce una pelle di capro sottolinea Giovanni Gugg -, ma nei secoli successivi la sua memoria è andata elaborandosi in forma di leggenda, perché si racconta che intorno all'albero venivano svolte cerimonie magiche officiate da streghe, conosciute con il nome di "janare". Come riporta nel 1890 lo storico Gaetano Amalfi, queste donne tenebrose avevano il potere di volare cospargendosi il corpo di un balsamo portentoso: "Sogliono acquistar la virtù del volo, ungendosi con certi specifici, che si serbano in fiale, in bottigline".
Ma, aggiunge, il prodigio si completa solo pronunciando anche una specifica formula magica: "Sott'acqua e sotta viento/Sott' 'o noce 'e Beneviento"». Purtroppo la noce di Sorrento è a rischio estinzione. Per questo è stato varato il progetto per la «Salvaguardia e valorizzazione della biodiversità delle piante di Ecotipi di Noce Juglans regia Cultivar Sorrento a rischio estinzione». In questa ottica Regione Campania, i comuni di Vico Equense e Sant'Agnello, la Condotta Slow Food Costiera Sorrentina e Capri con la sua «Rete degli agricoltori custodi del Presidio della Noce di Sorrento» e il CreaOfa di Caserta, hanno siglato uno storico accordo di collaborazione per la «Riproduzione e la Tutela della Noce di Sorrento. I contraenti «si impegnano ad attuare attività di interesse comune, riguardanti, in particolare, la ricerca-conservazione, riproduzione di Ecotipi locali di Noce della penisola sorrentina "Cultivar noce di Sorrento", la realizzazione di corsi relativi alle tecniche di riproduzione, di allevamento» e tre corsi pratici per innestatori utilizzando per alcune di queste attività il vivaio regionale le «Tore» di Sorrento. «Siamo giunti così raccontano dalla Condotta Slow Food Costiera Sorrentina e Capri alla prima fase che ha riguardato la raccolta di piantine di due/tre anni, nate spontaneamente nei noceti presenti in varie zone dell'intero territorio della penisola sorrentina, da sottoporre alla fase successiva che sarà l'innesto presso il Vivaio regionale "Le Tore"». Il progetto è appena partito con la raccolta delle prime piantine di noci dall'azienda di Luisa Miniero. «Purtroppo spiega Luisa Miniero - assistiamo ad una drastica riduzione della coltivazione della specie ridotta del 92% rispetto agli anni 70 quando il 90% della produzione della Campania proveniva dalla penisola sorrentina ed in particolare dalle colline di Vico Equense e veniva esportata soprattutto negli Usa in apposite casse di legno di 72 chilogrammi dette "tomoli"». Tra le varie cause che hanno portato al quasi totale abbandono della coltivazione del noce, si aggiunge anche la mancanza di piante innestate data la difficoltà di attecchimento e di esperti innestatori ormai non più giovanissimi. Dopo questa prima fase di raccolta delle piantine di noce dai diversi produttori e aziende della penisola sorrentina seguiranno gli altri step La noce entra nell'alimentazione in molti modi, come il pane alle noci, il formaggio alle noci, il miele alle noci e alcuni liquori (il nocino, ad esempio, non è un semplice digestivo, ma una sorta di rituale familiare che si comincia a preparare il 24 giugno precedente). Inoltre, dalle noci si ricava una farina indicata per le crostate e, attraverso un processo più elaborato, un olio di buona qualità, ma anche i gusci sono una ricchezza, perché possono essere utilizzati come combustibile, e le foglie servono a preparare dei decotti.
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