Vico Equense - Il Partito Socialista Italiano provò in tutti i modi a intavolare una trattativa diretta con le Brigate Rosse, nei giorni convulsi e tempestosi in cui il presidente del Consiglio, Aldo Moro, era nelle mani dei terroristi. Di quei negoziati, tanto riservati quanto complessi, era stato incaricato il vicesegretario del Psi, Claudio Signorile, che sabato prossimo alle ore 17, al Museo Aperto Antonio Asturi, in piazzale Giancarlo Siani a Vico Equense presenterà il suo libro “La morte di Aldo Moro” tra politica e storia (Baldini + Castoldi) scritto con Simona Colarizi. A dialogare con Claudio Signorile, Giuseppe Gargani, già europarlamentare, Felice Iossa, già parlamentare e membro della direzione nazionale del PSI, Umberto Ranieri, già parlamentare, Enzo Maraio segretario nazionale del PSI. Introdurrà la presentazione Aniello Savarese, presidente Associazione Opera aps e modererà il dibattito la direttrice della libreria Ubik di Vico Equense, Giovanna Starace. L’assassinio del presidente della Democrazia cristiana Aldo Moro nel 1978 ha segnato una svolta nella storia della Repubblica di tale portata da suscitare negli storici, nei politici e nei media un interesse costante mai venuto meno, neppure dopo quarantacinque anni. A perpetuarlo hanno contribuito le commissioni di inchiesta parlamentari, i processi, le interviste ai testimoni dell’epoca, le ricostruzioni filmiche e televisive che hanno alimentato una storiografia sempre in divenire, grazie al reperimento di nuovi documenti a distanza di tempo, fino praticamente a oggi.Claudio Signorile
Tanta attenzione ha finito però per concentrare tutte le analisi sul cosiddetto «caso Moro», cioè a circoscrivere l’impegno investigativo ai cinquantacinque giorni di prigionia del leader democristiano, conclusisi con la sua uccisione. Con questo dialogo a due voci, Claudio Signorile, vicesegretario del Psi nel 1978, cinque volte ministro nei governi degli anni Ottanta, incaricato dal suo partito a seguire da vicino il sequestro di Moro e il dialogo con le altre forze politiche su un’eventuale trattativa, e Simona Colarizi, professore emerito di storia contemporanea a «La Sapienza» di Roma, riflettono sulle svolte più significative dei tormentati anni Settanta, sul contesto italiano anche nei suoi riflessi sui due grandi blocchi contrapposti nella guerra fredda, sui fatti e le scelte dei partiti, dei Servizi segreti, della Curia, senza mai considerare come inevitabile il tragico esito finale che ha segnato una vera e propria rottura nel sistema politico di allora, fino a polverizzare le prospettive di un compromesso storico, potenzialmente in grado di influire anche sulle dinamiche internazionali. Nulla, dopo Moro, sarebbe stato come prima.
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