Censite duemila strutture in più da Positano alla Costiera sorrentina
L'ACCOGLIENZA
di Massimiliano D'Esposito - Il Mattino
Oltre duemila nuove strutture ricettive in meno di tre anni. Numeri che emergono da un recente studio che prende in esame il comparto dell'ospitalità in penisola sorrentina comprendendo anche Positano, il Comune della costiera amalfitana al confine tra le province di Napoli e Salerno. Tra il 2022 ed il 2024 nelle sette località analizzate si è passati da 2.613 esercizi a 4.421. Un incremento del 70%. Un lavoro certosino di comparazione dei dati della Regione Campania, che ha impegnato Giuseppe Arpino, esperto di marketing e management. L'economista ha recuperato lo storico delle attività censite nel primo quadrimestre di due anni fa, confrontandolo con le più recenti rilevazioni del 2024. Analisi dalla quale emerge che a fronte di un numero di hotel rimasto immutato, si rileva un aumento esponenziale delle attività extralberghiere. I primi sono 203 in tutto il comprensorio turistico analizzato. Ciò significa che a Sorrento, Massa Lubrense, Sant'Agnello, Meta, Vico Equense, Piano di Sorrento e Positano sono attivi 4.218 esercizi tra affittacamere, b&b, case vacanza, locazioni brevi, agriturismi e case religiose di ospitalità. Computo che include anche 17 campeggi. I numeri più alti riguardano Sorrento, la regina del turismo del Mezzogiorno, che nel 2023 ha fatto segnare il record assoluto di presenze: tre milioni di pernottamenti. Località che ospita 81 hotel per una capacità ricettiva che sfiora i 10mila posti letto. Numeri ormai surclassati da quelli del comparto extralberghiero che conta ben 1.595 attività, delle quali 991 sono solo le case vacanza e altri 320 i b&b. All'inizio del 2022 le strutture del comparto erano 1.082.
I COMUNI
Se a Sorrento si rilevano gli incrementi maggiori, la situazione non è molto diversa negli altri sei Comuni. A Positano si è passati da 457 a 796 e a Massa Lubrense da 355 a 741. A Vico Equense nel 2022 le strutture ricettive erano 316 e oggi sono 502, mentre a Sant'Agnello da 188 si è arrivati a 285. C'è poi Piano di Sorrento dove da 129 si è giunti a quota 222 e per finire Meta, passata da 86 a 201. In termini percentuali è quest'ultimo Comune che fa segnare l'incremento maggiore (il 233%). Anche per questo l'amministrazione del sindaco Giuseppe Tito ha di recente modificato il regolamento edilizio comunale imponendo limitazioni all'apertura di nuovi esercizi. Stop, dunque, alle strutture extralberghiere in immobili di superficie inferiore a 65 metri quadri e limite massimo di 310 unità abitative da destinare a queste attività, vale a dire il 10% di quelle esistenti. E oggi siamo già a quota 201. Superfluo dire che il provvedimento è oggetto di ricorsi.
IL BUSINESS
La spiegazione è semplice: il business dell'accoglienza extralberghiera muove cifre vertiginose. Tra locare un'abitazione a una famiglia e trasformarla in struttura ricettiva esiste una profonda differenza in termini di guadagni: si può arrivare a una forbice di 50-60mila euro annui. «Intanto il divario tra ricchi e poveri continua ad aumentare perché il mercato non riesce a stabilizzare questo fenomeno, né, tantomeno la politica nazionale e regionale, che ne avrebbero le facoltà, intendono realmente arginarlo - spiega Arpino -. È evidente che più passa il tempo e più aumenta questo circolo vizioso, meno case da dare in affitto ai residenti e sempre più strutture ricettive per i turisti con conseguente spopolamento».
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