domenica 10 gennaio 2016

Michele Mezza a Sorrento per analizzare il futuro dei giornali

Michele Mezza
«Oggi si aggiunge una sesta W del giornalismo, il "while". La velocità è necessaria e la verità non esiste se non in quel frangente. I nostri competitor ora sono gli informatici» 

Fonte: Costanza Martina Vítale da Le Cronache

Sorrento - Nell'ambito dei corsi di formazione continua organizzati dall'ordine dei giornalisti della Campania, si è svolto ieri, presso la sola consiliare del Comune di Sorrento, l'incontro dal titolo "Giornalismi nella rete", richiamando così il titolo del libro del giornalista Michele Mezza. Presenti all'incontro, oltre il sindaco Cuomo per un indirizzo di saluto, anche il presidente dell'ordine Ottavio Lucarelli e l'autore del libro. Michele Mezza. "Giornalismi in rete" è stata un'occasione per approfondire il tema dei new media e del nuovo approccio al lavoro che viene richiesto oggi al giornalista moderno, intrappolato com'è in una rapida corsa alla "morte" se non si decide ad ampliare i propri orizzonti. «Non possiamo più fare i giornalisti come lo s¡ è fatto nell'ultimo secolo, nel modo tradizionale. Oggi - ha affermato il giornalista della Rai - l'informazione corre veloce e il nostro valore aggiunto è l'argoritmo, non più la notizia. Grazie ai motori di ricerca come Google e ai sodai network come Facebook, il lettore è già a conoscenza di tutto e pretende un aggiornamento costante e immediato». Anche i più grondi editori sono clienti a loro volta di internet, per cui non funziona più la regola secondo cui la velocità è a danno della qualità della notizia: «Mentre i giornalisti controllano e ricontrollano una singola notizia, internet la sta già macinando all'infinito. Jose Mourinho disse che chi ne sa solo di calcio non sa nulla di calcio, e questo vale per tutto, anche per il giornalismo. Se vogliamo tentare di salvarci dobbiamo saperne anche di informatica e di programmazione. I nostri competitor non sono altri colleghi, ma gli informatici». Una sferzata al giornalismo statico e tradizionalista, dunque, che registra dati negativi anche nelle grandi testate e che è, senza mezzi termini, destinato alla chiusura. Ma una speranza c'è: «Siamo tra i migliori al mondo in moltissimi campi, anche come programmatori. Il nostro modello sociale di gestire le relazioni umane viene studiato nelle grondi università del mondo». L'innovazione è, di fattì, l'unica alternativa per la professione giornalistica. «Mentre un giornalista controlla e ricontrolla una notizia, internet la sta già facendo girare all'infinito».

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