da Agorà
Nel caso specifico questo progetto va ad impattare sulle antiche mura di cinta della borgata di Massaquano, località denominata S. Giovanni al campo che risale all'epoca degli osci - Ausoni. Faccio un'altra considerazione: se realmente si vuole il collegamento perché invece di partire da via Raspolo non si parte dalla Raffaele Bosco? Ancora: il canalone che intendono realizzare, se riusciranno ad arrivare alla R. Bosco località Cigliano con un ponte di circa 1 km, sarà sicuramente non percorribile (solo 3 m) come è previsto dal PRG, potrà causare un ingorgo inimmaginabile davanti al campo sportivo: insomma sarà un disastro. Basta guardare il canalone che dalle cavottole voleva portare a Marina d'Aequa. Si dice che lei è contrario perché ha delle proprietà lungo il percorso della strada. Vero? Una strumentalizzazione sciocca. Di mio non c'è nulla, c'è una proprietà dei miei parenti, compresa mia moglie. Si tratta di un fondo diviso tra più persone. Un terreno acquistato per somme significative ed oggi valorizzato con la coltivazione di prodotti di eccellenza. Ma il problema non è questo. I miei parenti dovrebbero cedere meno di un metro di terreno lungo l'intero fronte strada. Chi conosce la nostra famiglia sa bene che non faremmo mai una azione strumentale o di difesa personale rispetto ad un interesse di carattere generale. Quello che non condividiamo è l'impostazione che si vuole dare al progetto. Arrivano, scassano, e lasciano per anni tutto in sospeso. Cosi non si può andare avanti, basta guardare quello che è successo al borgo di Santa Lucia. Cosa è successo? Lavori svolti in modo vergognoso. Eppure io, in prima persona grazie alla collaborazione dei giovani della Pro Loco, riuscii ad ottenere i finanziamenti per il restyling. Ma dopo poco le pietre si staccavano da terra. Oggi la strada è impraticabile. Quali garanzie offre I ‘Amministrazione che non si ripeta tutto ciò lungo Via Raspolo, senza poi avere realmente la strada di collegamento? Ripeto la mia famiglia lotta da almeno 60 anni per questo svincolo. II progetto parte da lontano con l'allora consigliere Giovanni Orzo, poi con Giovanni Imperato. Ma parliamo di un progetto concepito diversamente, e soprattutto la cui realizzazione era in mano ad altri amministratori.
Vico Equense - “Non siamo contrari allo svincolo di Massaquano, ma a questa particolare modalità di realizzazione che è stata scelta. Invece di partire da Via Raspolo, perché non si iniziano i lavori dalla Raffaele Bosco con cui il percorso deve congiungersi? Il rischio è che l'intervento non sia completato, non sarebbe la prima volta visti i precedenti”. Il Professor Giuseppe Guida, commercialista, già vice sindaco ed amministratore della città, anima coloro che contestano il progetto voluto dal Comune con l'obiettivo di decongestionare il traffico nella borgata collinare. Cosa si vuole fare? Collegare via Raspolo, la strada che affianca il campo sportivo di Massaquano, alla Raffaele Bosco in località Cigliano. In questo modo si crea un autonomo percorso stradale per chi scende in direzione del centro che non incrocia il flusso dei veicoli in salita e che, proprio nel centro del borgo ha richiesto l'uso del semaforo che rallenta, inevitabilmente, le correnti di traffico. Cosa c'è che non va in questi propositi? Lo svincolo lo vogliamo tutti. Ma quella proposta non è la soluzione al problema, ma solo un modo per complicare le cose, L’obiettivo dell'Amministrazione è quello di spendere le risorse assegnate, consumare suolo ed agevolare alcuni privati che avranno la possibilità di parcheggiare sotto casa. Ma la strada non si collegherà mai alla Raffaele Bosco. Perché è così pessimista? Anzitutto il finanziamento riguarda solo il I° lotto. E, poi, sotto gli occhi di tutti come vengono fatti i lavori a Vico e non da ora. Il metodo è ormai collaudato: si sa quando si inizia e non si sa mai quando si finisce. Cantieri aperti e mai conclusi sono all'ordine del giorno sul nostro territorio.
Nel caso specifico questo progetto va ad impattare sulle antiche mura di cinta della borgata di Massaquano, località denominata S. Giovanni al campo che risale all'epoca degli osci - Ausoni. Faccio un'altra considerazione: se realmente si vuole il collegamento perché invece di partire da via Raspolo non si parte dalla Raffaele Bosco? Ancora: il canalone che intendono realizzare, se riusciranno ad arrivare alla R. Bosco località Cigliano con un ponte di circa 1 km, sarà sicuramente non percorribile (solo 3 m) come è previsto dal PRG, potrà causare un ingorgo inimmaginabile davanti al campo sportivo: insomma sarà un disastro. Basta guardare il canalone che dalle cavottole voleva portare a Marina d'Aequa. Si dice che lei è contrario perché ha delle proprietà lungo il percorso della strada. Vero? Una strumentalizzazione sciocca. Di mio non c'è nulla, c'è una proprietà dei miei parenti, compresa mia moglie. Si tratta di un fondo diviso tra più persone. Un terreno acquistato per somme significative ed oggi valorizzato con la coltivazione di prodotti di eccellenza. Ma il problema non è questo. I miei parenti dovrebbero cedere meno di un metro di terreno lungo l'intero fronte strada. Chi conosce la nostra famiglia sa bene che non faremmo mai una azione strumentale o di difesa personale rispetto ad un interesse di carattere generale. Quello che non condividiamo è l'impostazione che si vuole dare al progetto. Arrivano, scassano, e lasciano per anni tutto in sospeso. Cosi non si può andare avanti, basta guardare quello che è successo al borgo di Santa Lucia. Cosa è successo? Lavori svolti in modo vergognoso. Eppure io, in prima persona grazie alla collaborazione dei giovani della Pro Loco, riuscii ad ottenere i finanziamenti per il restyling. Ma dopo poco le pietre si staccavano da terra. Oggi la strada è impraticabile. Quali garanzie offre I ‘Amministrazione che non si ripeta tutto ciò lungo Via Raspolo, senza poi avere realmente la strada di collegamento? Ripeto la mia famiglia lotta da almeno 60 anni per questo svincolo. II progetto parte da lontano con l'allora consigliere Giovanni Orzo, poi con Giovanni Imperato. Ma parliamo di un progetto concepito diversamente, e soprattutto la cui realizzazione era in mano ad altri amministratori.
1 commento:
Timeo danaos et dona ferentes, diceva il sacerdote laocoonte alla vista del cavallo di troia. Il prof guida è un novello laocoonte:vede e prevede con saggezza!
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