sabato 17 aprile 2010
Gli chef stellati ambasciatori del gusto
Piano di Sorrento - Gli industriali della Campania nominano «Ambasciatori del gusto» gli chef stellati della penisola sorrentina e dell'isola di Capri affidando loro il compito di promuovere il patrimonio di prodotti tipici e tradizioni gastronomiche della regione. Questo il risultato dell'incontro tra i membri del Settore agro-alimentare dell'Unione industriali di Napoli ed i cuochi della Costiera, una sorta di stati generali della gastronomia voluti da Stefano Massa, patron con il fratello Sergio di Villa Massa, l'azienda leader nel settore del limoncello, e vice-presidente degli operatori del comparto. «L'obiettivo di questo incontro, al di là dei riconoscimenti che da tempo, ormai, testimoniano la qualità della gastronomia locale, è quello di costruire una rete tra i diversi operatori della filiera, per fare in modo che i protagonisti non siano soli ma si sentano parte di un unico progetto di valorizzazione del meglio dell'artigianato agro-alimentare regionale», ha spiegato il presidente degli industriali Giovanni Lettieri. Sulla stessa lunghezza d'onda Carmine Caputo, presidente della sezione agroalimentare, il quale ha sottolineato «che in questo settore le sinergie non solo sono possibili, ma assolutamente necessarie per rendere esportabili modelli che hanno dimostrato di funzionare alla perfezione nel luogo dove sono nati». Ecco spiegata, quindi, la presenza all'incontro delle nove stelle della gastronomia della penisola sorrentina, un caso unico in Europa di concentrazione di ristoranti di qualità in un territorio tanto ristretto. Ad essere nominati Ambasciatori del gusto sono stati: Livia e Alfonso Iaccarino del Don Alfonso 1890 di Sant'Agata sui due Golfi; Gennaro Esposito, della Torre del Saracino di Seiano di Vico Equense; Oliver Glowing dell'Olivo del Capri Palace di Anacapri, Mariella ed Alfonso Caputo della Taverna del Capitano di marina del Cantone; Giuseppe Guida dell'Osteria Nonna Rosa di Vico Equense; Antonio e Rita Mellino dei Quattro Passi di Nerano a Massa Lubrense, Giuseppe Aversa del Buco di Sorrento, Danilo Di Vuolo del Maxi dell'hotel Capo La Gala di Vico Equense e Michele Deleo dell'Accanto dell'Hotel Angiolieri a Seiano di Vico Equense. D'altra parte, prodotti alimentari di qualità, cuochi affermati e location dal grande fascino sono il mix del «made in Campania» che con la collaborazione degli industriali si intende esportare in Italia e nel mondo. «Al di là della suggestione che oggi suscita la grande ristorazione, è necessario ricordare che si tratta di aziende e che come tali devono necessariamente rispondere a criteri di efficienza e di economicità, avendo tuttavia come riferimento ultimo la qualità assoluta nelle materie prime utilizzate e nei servizi prodotti», ha evidenziato Livia Iaccarino che, con il marito Alfonso oltre trent'anni fa con l'apertura del ristorante di Sant'Agata sui due Golfi, ha iniziato l'opera di valorizzazione del patrimonio gastronomico del Mezzoggiorno. Se oggi, infatti, i grandi prodotti tipici regionali sono conosciuti ed apprezzati dai gourmet di tutto il mondo, lo si deve principalmente all'opera dei cuochi che ne hanno fatto gli ingredienti dei loro piatti. Ed oggi, finalmente si comincia a raccogliere i frutti di questo impegno con i numeri della "qualità in tavola" in Campania, che parlano di un patrimonio di inestimabile valore per il comparto agro-alimentare. La regione vanta ben otto prodotti a Denominazione di origine protetta riconosciuti dall'Unione europea, tra i quali spiccano la mozzarella di bufala, il pomodoro San Marzano, oltre agli oli extravergini. E sempre otto sono i prodotti ad Indicazione geografica protetta, tra i quali si registrano la mela annurca, il limone di Sorrento e quello di Amalfi, il carciofo di Paestum. Infine, accanto ai tanti prodotti per quali è stata richiesta ma non ancora accordata la massima tutela a livello europeo, impossibile dimenticare i trenta vini a origine certificata tra Docg, Doc e Igt, le paste artigianali. (Francesco Aiello il Mattino)
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