lunedì 17 febbraio 2014

Una strage silenziosa. E’ allarme clochard

L’appello della Comunità di Sant’Egidio: a Napoli 215 morti in strada in 16 anni 

Fonte: Christian Apadula da Metropolis 

Fanno i numeri di una strage. Silenziosa, lenta, nascosta nel disinteresse di molti. Il freddo li uccide, la povertà non gli offre nessuna possibilità di sopravvivere. Sono 215 i senza fissa dimora morti per strada a Napoli e dintorni negli ultimi 16 anni, ventidue solo nel periodo che va dal febbraio 2012 al febbraio dello scorso anno. Ma c’è chi ogni notte li vede morire senza avere soluzione per mettere fi ne alla strage. Ora i volontari che ogni giorno si impegnano per migliore le condizioni di vita di chi non ha un tetto, hanno deciso di accendere i riflettori su quello che di solito accade tra buio e indifferenza. Anzi a fare luce sono le candele. “Per ognuno sarà accesa una candela, segno di vita” sottolinea Antonio Mattone, portavoce della Comunità di Sant’Egidio di Napoli. Duecentoquindici nomi che verranno ricordati per iniziativa della Comunità di Sant’Egidio nel corso di questo mese attraverso quattro celebrazioni liturgiche che vedranno la partecipazione di 250 senza fissa dimora, volontari e associazioni che operano nel settore. Un’occasione per sostituire ai numeri le storie. Esperienze di vite difficili finite in una tragedia che le istituzioni non intendono fermare.
 
“Da sedici anni, a Napoli, la Comunità di Sant’Egidio ricorda le vittime della vita in strada, a partire dalla morte di Elisa Cariota - spiega Mattone - un’anziana senza fissa dimora, che viveva nei pressi della Stazione centrale di piazza Garibaldi, morta il 17 febbraio 1997. Tra i deceduti, ricordiamo Samuel, clochard morto lo scorso novembre che viveva nei pressi di piazza Municipio di cui ha tanto parlato la stampa, e che non ha avuto ancora sepoltura perché non è stato identificato”. “Questa vicenda - rileva il portavoce della comunità - fa emergere in modo emblematico la problematica dei riconoscimenti delle identità delle persone morte, che talvolta restano per mesi e mesi in attesa della degna sepoltura. Qualche giorno dopo a San Giovanni a Teduccio perse la vita Giusi, malata psichiatrica morta per il freddo, e per ultimo Claudio morto al Cardarelli pochi giorni fa”. La crisi che continua ad avanzare rende ancora tutto più cupo. I casi aumentano e le risorse per potere dare aiuti diminuiscono. La comunità di Sant’Egidio esprime la sua preoccupazione per l’aumento della povertà e per le difficili condizioni in cui vivono tanti senza fissa dimora, e lancia un appello alle istituzioni perché vengano aperte nuove strutture di accoglienza soprattutto per i senza fissa dimora malati. Un appello che arriva mentre da Genova rimbalzano le immagini agghiaccianti delle aggressioni ai senzatetto. Immagini tanto nitide quanto terribili. Sono quelle estratte dai video delle telecamere di sorveglianza di un negozio di Piccapietra che la notte del 25 gennaio hanno immortalato la terribile aggressione a quattro clochard che dormivano lungo una strada del centro di Genova. La sequenza di scatti mostra il commando di quattro uomini che si avvicina alla tenda e al rifugio di cartoni in cui dormivano le due coppie di senza tetto slovacche. Poi il pestaggio con manganelli e tubi di ferro. Il filmato della telecamera di sorveglianza di un negozio mostra un’aggressione condotta in modo scientifico: 31 secondi di orrore. Prima un giovane, cappuccio calato in testa, si accerta che i clochard dormano. Poi, a un suo cenno, il gruppo si divide e mentre due picchiavano una coppia, gli altri due si sono accaniti sull’altra. Poi la fuga. Storie di degrado, emarginazione nel silenzio di troppi.

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